Papa Bergoglio fa psicanalisi: «Attenzione ai preti narcisisti»

Papa Bergoglio fa psicanalisi: «Attenzione ai preti narcisisti»
Città del Vaticano -  Papa Francesco mette in guardia i futuri preti dall'autocompiacimento, dall'amore di sé, dalla auto-referenzialità, usando...

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Città del Vaticano -  Papa Francesco mette in guardia i futuri preti dall'autocompiacimento, dall'amore di sé, dalla auto-referenzialità, usando un codice tipicamente analitico molto vicino alla psicanalisi. “Il primo ostacolo da superare – ha detto ad un gruppo di seminaristi pugliesi - è il narcisismo. È la tentazione più pericolosa. Non tutto inizia e finisce con me, posso e devo guardare oltre me stesso, fino ad accorgermi della bellezza e della profondità del mistero che mi circonda, della vita che mi supera, della fede in Dio che sostiene ogni cosa e ogni persona, anche me”.


Il narcisismo, che è un disturbo della personalità, sembrerebbe essere una patologia capace di bloccare - in taluni casi - il percorso relazionale dei sacerdoti, tanto che il Papa subito dopo continua:” Come potrò accorgermi di Cristo, se guardo solo a me stesso? Come riuscirò a gustare la bellezza della Chiesa, se la mia unica preoccupazione è salvarmi, risparmiarmi, uscire indenne da ogni circostanza? Come potrò entusiasmarmi nell’avventura della costruzione del Regno di Dio, se ogni entusiasmo è frenato dalla paura di perdere qualcosa di me?”. Non è la prima volta che Bergoglio utilizza termini affini alla psicanalisi per sottolineare le lacune del clero. “Appartenere significa anche saper entrare in relazione. Occorre prepararsi ad essere anzitutto uomini di relazione. Con Cristo, con i fratelli con cui condividiamo il ministero e la fede, con tutte le persone che incontriamo nella vita. E a saper vivere bene le relazioni si inizia in seminario! Non si può pensare di camminare verso il sacerdozio senza avere preso questa decisione nel cuore: voglio essere un uomo di relazione”.


In passato, in altre circostanze, Bergoglio ha messo in guardia dalla incapacità di provare empatia di molti confessori, praticamente incapaci a mettersi nei panni dei fedeli, a comprenderne le vibrazioni dell'anima. “La costruzione della comunità, che un giorno dovrete guidare come sacerdoti, inizia nella vita di tutti i giorni in seminario, sia tra di voi, sia con le persone che incontrate nel vostro cammino. Non sentitevi diversi dai vostri coetanei, non ritenete di essere migliori degli altri giovani, imparate a stare con tutti, non abbiate paura di sporcarvi le mani”. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino