Il Papa: «Troppe divisioni tra cristiani, il mondo ha bisogno di unità»

Il Papa: «Troppe divisioni tra cristiani, il mondo ha bisogno di unità»
Città del Vaticano – Poche donne in Vaticano? Il Papa ci scherza sopra. Sul volo che lo porta a Ginevra a un corrispondente che gli domanda se ha intenzione di avere...

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Città del Vaticano – Poche donne in Vaticano? Il Papa ci scherza sopra. Sul volo che lo porta a Ginevra a un corrispondente che gli domanda se ha intenzione di avere più donne in Vaticano di quante non ce ne siano ora, Francesco si è concesso una battuta. Ci sarà prima o poi una donna alla guida dello Ior? Ha risposto divertito: «Stiamo in trattative con Christine Lagarde». Naturalmente scherzava. Il Papa ha fatto anche un breve commento sulle recenti elezioni in Venezuela. Invece a un giornalista che è stato nel Paese sudamericano come osservatore internazionale e che gli diceva di come, a suo avviso, il voto sia stato democratico, Bergoglio ha risposto: «Lo dica questo, lo dica questo!»


L'intento di questo breve viaggio a Ginevra è quello di riuscire a dare una scossa all'unità dei cristiani anche se nella galassia variegata delle confessioni cristiane – ortodossi, riformati, protestanti, cattolici, un mosaico di oltre trecento realtà - l'unità resta una chimera a giudicare dai contrasti esistenti sul piano teologico, o dalla distanza di vedute persino su come rapportarsi con questioni concrete come la difesa dei cristiani in Medio Oriente.

«Troppo facilmente l'impegno ecumenico si arresta davanti alle divergenze che persistono, troppo spesso si blocca in partenza logorato di pessimismo. Le distanze non siano scuse, è possibile già ora cammminare» assieme, ha detto. La strada è quella dei progetti, dell'operatività. «Lavorare assieme, ecco la nostra strada maestra».

Il messaggio che deposita a Ginevra è che i cristiani possano camminare verso «una meta precisa: l'unità. La strada contraria, quella della divisione, porta a guerre e distruzioni». Il mondo «dilaniato da troppe divisioni che colpiscono soprattutto i più deboli, invoca unità».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino