Città del Vaticano – A Papa Francesco non piace l'informazione eterodiretta, “lontana dalla realtà e dalla gente”. Lo dice parlando al Premio...
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«Molto spesso – ha detto - i luoghi nevralgici della produzione delle notizie si trovano nei grandi centri. Questo però non deve farci mai dimenticare le storie delle persone che vivono distanti, lontane, nelle periferie. Sono storie a volte di sofferenza e di degrado; altre volte sono storie di grande solidarietà che possono aiutare tutti a guardare in modo rinnovato la realtà». Il ruolo del giornalista, secondo il Papa, deve essere «garante dell’informazione corretta, attendibile, autentica e puntuale».
Durante l'udienza ha raccontato che spesso gli capita di vedere, in occasione di viaggi apostolici o di altri incontri, una differenza di modalità produttive delle notizie. «dalle classiche troupe televisive fino ai ragazzi e ragazze che con un telefonino sanno confezionare una notizia per qualche portale. O anche dalle radio tradizionali a vere e proprie interviste fatte sempre con il cellulare. Tutto questo dice che davvero stiamo vivendo una trasformazione pressante delle forme e dei linguaggi dell’informazione. È faticoso entrare in tale processo di trasformazione, ma è sempre più necessario se vogliamo continuare ad essere educatori delle nuove generazioni. Dicevo che è faticoso, e aggiungerei che è necessaria una vigilanza sapiente».
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Il Mattino