Il Papa ha scelto ancora una volta un luogo di sofferenza e di fragilità: il 24 maggio sarà nella Terra dei Fuochi per testimoniare tutta la sua vicinanza alla...
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Una mezza giornata dunque per abbracciare le persone di quella terra che fin dai primissimi mesi del suo pontificato ha voluto incontrare per mostrare tutta la sua solidarietà. Tanti gli appelli che si sono succeduti per chiedere diritti per quella gente che paga con la morte, anche dei più piccoli, un inquinamento senza controllo. E la nascita della sua Enciclica nel 2015 mosse anche da quel suo volo, per la vista a Caserta dell'anno prima, in cui la vista dall'alto della terra devastata «mi commosse, e da allora fu un crescendo attraverso le notizie, una presa di coscienza lenta», come disse lo stesso Bergoglio in una intervista.
«La presenza di Papa Francesco nelle nostre terre, e in particolare nella nostra diocesi di Acerra, è una grazia speciale perché il Papa viene ad ascoltare le sofferenze della nostra gente, e a ricordare le altre Terre dei Fuochi d'Italia», commenta il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna.
Il Papa delle periferie prosegue dunque il suo cammino nelle sofferenze più profonde dell'Italia. Come era stato nella sua prima visita che vide protagonista Lampedusa, l'isola siciliana approdo dei migranti. Poi gli incontri commoventi nelle terre provate dal terremoto, da Amatrice a Camerino, da Carpi a Norcia. Il pontefice ha voluto in questi anni mostrare la sua vicinanza anche alle popolazioni vessate dalla criminalità organizzata, come quando andò in Calabria, a Cassano all'Ionio. Ma anche quando il Papa si è recato in visita pastorale nelle diocesi più grandi ha avuto sempre una attenzione speciale per i più fragili, dai bimbi malati del Gaslini di Genova alla gente delle case bianche nella periferia di Milano. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino