Il Papa alla Fao: «Ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri»

Il Papa alla Fao: «Ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri»
Città del Vaticano – Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella sede della Fao, ha ringraziato il Papa a nome del governo italiano per «la calorosa...

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Città del Vaticano – Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella sede della Fao, ha ringraziato il Papa a nome del governo italiano per «la calorosa vicinanza del Vaticano al ruolo delle agenzie romane dell'Onu» e per aiutare a sradicare la fame nel mondo. Ha anche citato lo slogan di Bergoglio (techo, trabaho, tierra che significa casa, lavoro e terra), ovvero le «condizioni essenziali per abbattere la miseria».


Papa Francesco davanti al consiglio dei governatori Ifad ha denunciato con forza l'andamento mondiale ormai sotto gli occhi di tutti: i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri. «La tendenza di oggi vede il rallentamento della riduzione della povertà estrema e l’aumento della concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi. Pochi hanno troppo e troppi hanno poco. Molti non hanno cibo e vanno alla deriva, mentre pochi annegano nel superfluo. Questa perversa corrente di disuguaglianza è disastrosa per il futuro dell’umanità. Grazie quindi perché voi pensate e agite controcorrente.

Alla fine il Papa ha ringraziato l'Onu per l'impegno nella difesa dei popoli indigeni.


«I popoli indigeni - ha detto - sono un grido vivente di speranza. Ci ricordano che gli esseri umani hanno una responsabilità condivisa nella cura della casa comune. E se certe decisioni prese finora hanno rovinato tutto, non è mai troppo tardi per imparare la lezione e acquisire un nuovo stile di vita. Si tratta di adottare un modo di procedere che, lasciandosi alle spalle esposizioni superficiali e abitudini dannose, superi l'atroce individualismo, il convulso consumismo e il freddo egoismo.Se uniamo le forze e, in uno spirito costruttivo, ci impegniamo in un dialogo paziente e generoso, finiremo per diventare più consapevoli che abbiamo bisogno l'uno dell'altra; che un'azione dannosa con l'ambiente che ci circonda influenza negativamente anche la serenità e la fluidità della convivenza; che gli indigenti non possono continuare a soffrire le ingiustizie e i giovani hanno il diritto a un mondo migliore del nostro e attendono da noi risposte coerenti e convincenti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino