Zaki in carcere da un anno, la sorella: «Patrick ci chiede di non mollare». Le città italiane si mobilitano

«Non sappiamo quando finirà questo incubo, abbiamo scoperto che mio fratello rischia di rimanere in carcere, un anno, due anni o forse di più. E non si sa se...

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«Non sappiamo quando finirà questo incubo, abbiamo scoperto che mio fratello rischia di rimanere in carcere, un anno, due anni o forse di più. E non si sa se verrà mai scarcerato. Noi come famiglia vorremmo ringraziare l'Università di Bologna, i docenti, gli studenti, per il loro interesse e l'incessante sostegno a Patrick». Lo ha detto, in un video in onda sul Tg di La7, Marise Zaki, la sorella dello studente egiziano dell'ateneo di Bologna in carcere a Tora, a sud del Cairo. «Ciò che Patrick ci dice durante le visite è di continuare quello che avete iniziato per rendere vicina la mia libertà. Patrick mi manca molto, non sappiamo quando potremmo riabbracciarlo, speriamo accada presto», ha aggiunto. «Oggi è un anno che mio fratello si trova in un carcere egiziano, per accuse infondate. Si occupa solo di diritti umani ed è interessato alle questioni delle minoranze nel suo Paese», ha proseguito la ragazza ringraziando anche «la città di Bologna per aver ospitato Patrick per un periodo breve ma importante, durante il quale si è molto affezionato». «Vorrei inoltre ringraziare - ha concluso - tutte le città che hanno concesso a Patrick la cittadinanza onoraria e le università italiane ed europee che lo sostengono e le istituzioni di società civile italiane e europee». 

A un anno di distanza dalla formalizzazione dell'arresto di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'università di Bologna arrestato a Il Cairo, il capoluogo emiliano e diverse altre città italiane si mobilitano con l'affissione dei dieci manifesti vincitori di Free Patrick Zaki, prisoner of conscience, edizione speciale del concorso Poster For Tomorrow. E sempre lunedì è in programma una maratona musicale per Zaki.

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Il Mattino