Alla fine sarà il 30 aprile il giorno delle primarie del Pd. Lo ha deciso al termine di una riunione fiume la Commissione congresso, all'unanimità, in un...
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È stato un po' più difficile del previsto individuare la data delle primarie, con i renziani che già da ieri avevano puntato forte sul 9 aprile. In Commissione a mettersi di traverso è stato soprattutto il rappresentante di Michele Emiliano, con il governatore della Puglia che puntava a un allungamento dei tempi per arrivare fino all'estate. Non a caso nella Direzione che ha ratificato il regolamento è stato Francesco Boccia a protestare. In particolare per il termine, non spostato, per l'iscrizione al partito del 28 febbraio: «È una forzatura, serve un riflessione seria». All'area Emiliano avrebbe fatto comodo un po' di tempo in più per infoltire il sostegno.
Più cauto il rappresentante di Andrea Orlando, non a caso lo stesso ministro in serata ha ammesso: «Nelle condizioni date, è una scelta giusta». Al termine della lunghissima riunione della Commissione, interrotta e ripresa più volte nella giornata, il regolamento è poi passato con il voto di tutti i componenti. «Un fatto importante», ha spiegato Lorenzo Guerini sottolineando tra le altre cose che il Congresso Pd durerà così 66 giorni contro i 71 del precedente: «Siamo in linea con i tempi del 2013».
I renziani hanno spinto molto, anche oggi, per il 9 aprile, consapevoli però che la data prescelta sarebbe stata frutto di una mediazione. Matteo Renzi ha seguito da lontano la vicende del regolamento congressuale, di rientro dalla California dopo il viaggio-studio nella Silycon Valley.
«Visto? Non c'è stata nessuna forzatura, nessuna corsa, anzi.
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Il Mattino