CITTÀ DEL VATICANO - Da ieri i Papi regnanti nella Chiesa sembrano essere due, o almeno questa è l'impressione generale che i fedeli riportano dopo la...
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Nel documento sulla pedofilia Ratzinger spiega di avere messo assieme un po' di appunti sulla questione degli abusi «per essere d'aiuto in questo momento difficile». Dice proprio così: in questo momento difficile, a sottolinearne la gravità. Benedetto analizza il «garantismo» ecclesiale che ha permesso, a partire dagli anni Settanta e Ottanta, un occhio di riguardo a quei preti che si sono macchiati di reati. Avrebbero dovuto essere puniti ma alla fine prevalsero «i diritti degli accusati. E questo fino al punto di escludere di fatto una condanna. Il loro diritto alla difesa venne talmente esteso che le condanne divennero quasi impossibili». Afferma anche con decisione che il vento del Sessantotto, con la libertà dei costumi, ha portato un certo permissivismo, ad una certa tolleranza, fino a trasformare tanti seminari in «club gay». Un «collasso morale» dovuto anche al fatto che il vento sessantottino aveva sdoganato «la pedofilia come permessa e conveniente». L'analisi impietosa ma non sembra però tener presente di tutti quegli abusi che si sono consumati negli anni 40 e 50 e che con il Sessantotto hanno ben poco a che fare.
«Mi sono sempre chiesto scrive Ratzinger come in questa situazione i giovani potessero andare verso il sacerdozio e accettarlo con tutte le sue conseguenze. Il diffuso collasso delle vocazioni sacerdotali in quegli anni e l'enorme numero di dimissioni dallo stato ecclesiastico furono una conseguenza di tutti questi processi». Lo scritto che si conclude con un ringraziamento al «Santo Padre per tutto quello che sta facendo» è stato commentato positivamente dal cardinale Angelo Becciu. A suo parere il silenzio è stato rotto solo per amore della Chiesa e comunque, ha aggiunto, «Ratzinger non si contrappone affatto agli indirizzi normativi di Francesco». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino