Il governo prova a mettere a posto gli ultimi tasselli del complesso puzzle della riforma delle pensioni. Uno dei nodi rimasti sul tavolo dei tecnici è la «pace...
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Partiamo dai buchi contributivi. Come sarà possibile colmarli? L'idea sarebbe quella di permettere dei versamenti «ora per allora». Significa che i contributi che si versano oggi per coprire, per esempio, un buco di un anno di 10 anni fa, iniziano a rivalutarsi a partire solo dal momento del versamento e non vanno invece, come accade oggi, a ricostituire la cosiddetta «riserva matematica».
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IL MECCANISMO
Tradotto: si recupera un anno di contributi ai fini della pensione, ma ai fini dell'assegno che si percepirà una volta lasciato il lavoro, quel contributo avrà un valore più basso. E dunque anche un costo decisamente più contenuto per il suo riscatto. Se si usasse come parametro lo stipendio che un lavoratore percepisce attualmente, insomma, quel contributo costerebbe esattamente quanto quelli che si versano. In realtà sul tavolo ci sono delle ipotesi per abbattere ulteriormente questo valore. La prima è di permettere la copertura dei buchi contributivi usando come parametro la retribuzione minima del contratto collettivo di appartenenza.
L'ALTRA IPOTESI
La seconda ipotesi è di fare una media delle retribuzioni degli ultimi dodici mesi. Questo meccanismo per colmare i buchi contributivi, potrà essere usato anche per gli anni della laurea. Non sarà, insomma, un vero riscatto, anche perché la procedura «ordinaria», quella in vigore oggi, resterà valida. Gli anni della laurea saranno considerati anni di buco come gli altri. Chi sceglie questa via, potrà decidere di farne valere uno, due, tre o quattro, a seconda delle esigenze. A rendere ulteriormente conveniente il versamento di contributi per colmare gli anni di mancato lavoro e raggiungere prima i requisiti per la pensione, sarà anche la possibilità di detrarre fiscalmente i soldi spesi per la contribuzione aggiuntiva. Questi versamenti, con le stesse regole e la possibilità di ottenere la detrazione fiscale, potranno essere fatti anche da altre persone, come per esempio i nonni a favore dei nipoti, o le madri e i padri a favore dei figli.
Per quanto riguarda invece, il magazzino dei contributi non riscossi, l'idea sarebbe quella di utilizzare lo stesso meccanismo già sperimentato per la rottamazione delle cartelle con la pace fiscale. Le posizioni, cioè, potrebbero essere «sanate» versando tutto il dovuto, scontato soltanto degli interessi e delle sanzioni, in dieci rate della durata complessiva di cinque anni.
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Il Mattino