Sullo sfondo c’è il traffico di cocaina, non grandi partite da milioni di euro, ma pochi etti di polvere bianca. E soprattutto uno “sgarro” tra gang...
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E poi c’è via Padova: una cinquanta nazionalità in meno di cinque chilometri di integrazione mancata, da piazzale Loreto alla Tangenziale Est, dove tutto è possibile. Dove la gang salvadoregna dei Barrio 18 e quella dominicana dei Trinitarios si contendono i locali e i centimetri d’asfalto, in una guerra senza tregue o armistizi che negli ultimi anni ha lasciato per le strade di Milano dieci morti.
L’ultimo è Antonio Rafael Ramirez, 37 anni, dominicano, arrivato i città da pochi mesi. Non aveva precedenti ma gli investigatori sono certi che fosse coinvolto nel giro dello spaccio. Due killer lo hanno attaccato all’esterno di un barbiere di via Padova. Lo hanno inseguito, gli hanno sparato e lo hanno accoltellato in piazzale Loreto sotto gli occhi dei tanti che, sabato pomeriggio, stavano facendo acquisti o bevendo l’aperitivo. Se ne sono fregati di chi passava di lì e perfino di finire nei video delle telecamere di sorveglianza della vicina filiale della Cariparma mentre uccidevano.
Ramirez è morto al San Raffaele dopo due giorni di agonia. E si è portato dietro i segreti di un omicidio che, secondo le prime indagini coordinate dal pm Piero Basilone, ha come sfondo lo spaccio di cocaina e una litigata fuori da un locale di dominicani di Rozzano, alla periferia sud. I killer sono andati a cercarlo perché aveva sfidato la legge delle pandillas. Adesso gli investigatori dovranno cercare di identificarli, sempre che non siano già scoparsi in quel magma di volti, storie e identità che è via Padova. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino