Ancona, picchia per anni la moglie: figlia 13enne parla con la prof e salva la madre dall'incubo

Protagonista della vicenda una famiglia della Vallesina. Stando alle accuse il 53enne di Chiaravalle, meccanico, avrebbe picchiato e offeso la consorte in varie occasioni

Una storia di abusi e violenze che sarbbe potuta andare avanti chissà per quanto tempo se una bimba di 13 anni, dopo l'ennesimo episodio di crudeltà avvenuto...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Una storia di abusi e violenze che sarbbe potuta andare avanti chissà per quanto tempo se una bimba di 13 anni, dopo l'ennesimo episodio di crudeltà avvenuto davanti ai suoi occhi, non si fosse decisa a confidarsi con la sua professoressa raccontando dei maltrattamenti subiti dalla mamma a causa del padre-padrone. «Sei una stupida che non capisce niente», continuava ad urlare l'uomo alla donna durante le continue vessazioni. È grazie al coraggio dell'adolescente che l'uomo è finito a processo e oggi il giudice del Tribunale di Ancona, Maria Elena Cola, lo ha condannato a due anni per maltrattamenti aggravati in famiglia.

 

 

Protagonista della vicenda una famiglia italiana della Vallesina, in provincia di Ancona. I fatti risalgono al 2016-2017. Stando alle accuse l'imputato, un 53enne di Chiaravalle, meccanico, avrebbe picchiato e offeso la consorte in varie occasioni, anche sul posto di lavoro dove entrambi erano impiegati, segnato dal vizio di bere e del gioco alle slot machine. Tra i vari episodi ce ne sarebbe stato uno che ha portato la figlia ad uscire allo scoperto a scuola.

La mamma, durante l'ennesima aggressione, sarebbe stata spinta giù dalle scale dal marito. La 13enne era andata a scuola in lacrime, trovando poi il conforto di una docente che aveva raccolto le sue confidenze e informato i carabinieri. Mamma e figlia furono affidate ai servizi sociali sistemate in una località protetta fino alla separazione legale dall'uomo. L'imputato, difeso dall'avvocato Guido Andrea Galvagno, ha rigettato le accuse parlando solo di difficili rapporti coniugali senza nessuna violenza. La donna nel processo si è costituita parte civile con l'avvocato Marta Mereu.

 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino