CITTA' DEL VATICANO – «Ho deciso che l’apertura degli Archivi Vaticani per il Pontificato di Pio XII avverrà il 2 marzo 2020, a un anno esatto di...
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Da allora la figura del pontefice che salvò Roma dalle bombe e aprì i conventi per aiutare gli ebrei in fuga fu macchiata indelebilmente da una distorta storiografia capace di cancellare persino gli encomi che Golda Meir rivolse a Pio XII nell'immediato dopoguerra. Secondo tanti storici a Pacelli costò molto cara la scomunica ai comunisti nel 1949 con la quale dichiarava non essere mai lecito iscriversi ai partiti comunisti o dar loro appoggio, poiché il comunismo era materialista e quindi anticristiano, vietava la diffusione di libri o giornali che sostenevano la dottrina e prassi del comunismo materialista ed ateo e impediva ai fedeli che votavano comunismo l'interdizione ai sacramenti.
La riapertura degli archivi sul pontificato di Pacelli era nell'aria da tempo. Papa Francesco ha detto di avere assunto «la decisione sentito il parere dei miei più stretti Collaboratori, con animo sereno e fiducioso, sicuro che la seria e obiettiva ricerca storica saprà valutare nella sua giusta luce, con appropriata critica, momenti di esaltazione di quel Pontefice e, senza dubbio anche momenti di gravi difficoltà, di tormentate decisioni, di umana e cristiana prudenza, che a taluni poterono apparire reticenza, e che invece furono tentativi, umanamente anche molto combattuti, per tenere accesa, nei periodi di più fitto buio e di crudeltà, la fiammella delle iniziative umanitarie, della nascosta ma attiva diplomazia, della speranza in possibili buone aperture dei cuori».
«La Chiesa - ha concluso Francesco - non ha paura della storia, anzi, la ama, e vorrebbe amarla di più e meglio, come la ama Dio! Quindi, con la stessa fiducia dei miei Predecessori, apro e affido ai ricercatori questo patrimonio documentario».
«L'augurio e la speranza ora è che si faccia chiarezza sul ruolo avuto da Pio XII nel periodo della Seconda Guerra Mondiale». Così la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello.
Il Mattino