Positivo al Covid per 232 giorni: il caso di un uomo isolato da aprile a novembre 2020 con la variante Gamma

Positivo al Covid per 232 giorni: il caso di un uomo isolato da aprile a novembre 2020 con la variante Gamma
Chi ha sofferto per un isolamento di una ventina di giorni avrà modo di ricredersi. Perché un uomo di 38 anni - il cui caso è stato documentato dai...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Chi ha sofferto per un isolamento di una ventina di giorni avrà modo di ricredersi. Perché un uomo di 38 anni - il cui caso è stato documentato dai ricercatori dell'Istituto Pasteur (Francia), dell'Università di San Paolo e della Fondazione Oswaldo Cruz (Brasile) - è risultato positivo al Covid per 232 giorni. «Dei 38 casi che abbiamo monitorato, due uomini e una donna erano atipici, nel senso che il virus è stato rilevato continuamente nel loro corpo per più di 70 giorni», spiega Marielton dos Passos Cunha, primo autore dell'articolo che è stato pubblicato nella rivista scientifica «Frontiers of Medicine». Nello specifico, l'uomo ha avuto il Covid per 232 giorni, da aprile a novembre 2020, dopodiché è risultato negativo tre volte al test. Si tratta di un paziente con HIV dal 2018. 

Covid, il miracolo di Taiwan (23 milioni di abitanti): «Da 200 giorni nessun positivo senza chiusure né coprifuoco»

 

«Essere sieropositivo non influenza la durata dell'infezione»

«Il fatto che sia sieropositivo all'HIV non significa che sia più suscettibile ad altre infezioni, dal momento che è stato in terapia da quando gli è stata diagnosticata. La sua capacità di rispondere all'infezione da un altro agente è paragonabile a quella di qualsiasi altro individuo, e infatti ha risposto al coronavirus quando è stato infettato. Non è immunodepresso, come i malati di cancro, le persone con malattie autoimmuni o i trapiantati, ad esempio», spiega Paola Minoprio, una delle responsabili del lavoro. Secondo i ricercatori, quindi, la durata della sua infezione non dipende dalla sua condizione di sieropositivo. Molti pazienti sono stati contemporaneamente infetti da HIV e SARS-CoV-2 e dovrebbero essere confrontati con un gruppo di controllo adatto per vedere se eventuali tratti genetici o immunitari potrebbero essere associati a un contagio prolungato.

I test e la variante Gamma

Il paziente è stato sottoposto a test settimanali che hanno rilevato la persistenza dell'infezione. Il paziente è stato infettato dal ceppo B.1.1.28, chiamato anche P1 (o variante Gamma) entrato in Brasile all'inizio del 2020.

 

 

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino