Concluso a Palazzo Chigi il tavolo di maggioranza sulla riforma della prescrizione, ma restano i dubbi di Italia viva sul "lodo Conte" e, di fatto, la questione viene...
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Sulla bozza di riforma del processo penale presentata dal ministro Bonafede sarebbero stati fatti «passi avanti» ma si starebbe trattando ancora. E resterebbe, per Italia viva, il nodo delle modifiche alla prescrizione. «Il lodo Conte, così come è, apre a profili di incostituzionalità ma ora vediamo se c'è la possibilità, come emerso dal vertice, di ulteriori modifiche. Valuteremo». Lo dice l'esponente di Iv, Lucia Annibali, al termine del vertice sulla prescrizione.
Bonafede: convergenze ma rimangono alcune distanze. «Abbiamo lavorato alla riforma del processo penale per accelerare i tempi.
Sul tema Matteo Renzi dice la sua su Radio 1: «La Costituzione dice che sei innocente fino a sentenza passata in giudicato. È facile essere populisti e gridare 'viva chi abolisce la prescrizione'. Io stesso ho proposto, da presidente del Consiglio, di aumentare i tempi della prescrizione. Ma così si trasforma la terra del Beccaria in una terra di presunti colpevoli. Un processo senza fine è la fine della giustizia».
Dal canto suo il Pd risponde precisando che «Non pensiamo che sia incostituzionale, è una proposta interessante, può essere integrata ma è una base di partenza utile», dice Alfredo Bazoli (Pd).
«La riforma del processo penale è «un cantiere di lavoro ancora aperto: unico imperativo categorico è ridurre i tempi dei processi. Il lodo Conte sulla prescrizione è ancora in fase di approfondimento perché ci sono aspetti allo studio», dice il senatore di Leu Pietro Grasso dopo il vertice spiegando che servirà un nuovo incontro. Quanto ai dubbi di incostituzionalità sulla prescrizione, risponde: «Ho già espresso la mia opinione, avevo manifestato perplessità ma c'è un pragmatismo di governo che spinge a trovare una soluzione».
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Il testo: stop alla prescrizione per i condannati. «La sospensione del corso della prescrizione ai sensi dell'articolo 159, comma 2, del codice penale sia limitata alla sentenza di condanna e al decreto di condanna». Lo prevede, a quanto si apprende, la bozza di riforma del processo penale sul tavolo del vertice di maggioranza. La prescrizione si sospende «per un tempo non superiore a due anni» dopo l'impugnazione della sentenza di proscioglimento e, in caso di condanna, comunque riprende quando la sentenza del grado successivo abbia prosciolto l'imputato. La norma prevede inoltre che se durante i due anni di sospensione previsti in caso di impugnazione della sentenza di proscioglimento «si verifica un'ulteriore causa di sospensione, i termini sono prolungati per il periodo corrispondente». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino