Prete condannato per diffamazione a Salvini: «Spezzatemi pure, io non mi piego»

Prete condannato per diffamazione a Salvini: «Spezzatemi pure, io non mi piego»
«Condannatemi ancora nei tribunali uscirò sempre a testa alta, 'onorato' di aver dato per lo meno fastidio al potere, e di aver suscitato qualche allarme tra...

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«Condannatemi ancora nei tribunali uscirò sempre a testa alta, 'onorato' di aver dato per lo meno fastidio al potere, e di aver suscitato qualche allarme tra la massa che pensa solo a campare». «Spezzatemi pure ma non mi piegherò!»: così ha scritto sul proprio sito don Giorgio De Capitani, condannato a Lecco per diffamazione dopo una querela di Matteo Salvini. «I miei difensori hanno evidenziato che Salvini ha detto il falso sotto giuramento», ha scritto il sacerdote sottolineando che «hanno evidenziato che mi ha accusato di un reato grave, sapendo bene che non avevo istigato nessuno ad ucciderlo».


«Né le querele né le condanne mi frenano - sottolinea l'ex parroco di Monete di Rovagnate (Lecco) - anzi servono a stimolarmi con maggiore determinazione». Condannato lunedì scorso a seguito di una querela di Matteo Salvini, don Giorgio ha spiegato che «più gli ostacoli sono tosti, le difficoltà sembrano insormontabili, la politica partitica fuoriesce di strada assumendo personalismi populisti da farmi inorridire, più tiro fuori dal mio essere interiore l'energia che ritengo la 'migliorè, anche se può assumere talora nel linguaggio toni e vocaboli poco ortodossi alle orecchie dell'opinione pubblica». «Non lotto solo contro un sistema politico corrotto o poco consono al perseguimento del Bene comune - ha aggiunto - ma vorrei che il mio lottare servisse anche per risvegliare la coscienza di qualcuno tra la massa 'dormientè». «Ho più di 80 anni - è la sua conclusione - e per me sarebbe per lo meno da sciocco cedere ora, riponendo le 'armì e lasciando perciò via libera ai prepotenti».
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Il Mattino