Un colpo di qua, una aggiustata di là. Papa Francesco alle prese con la linea anti-pedofilia prova a muoversi in varie direzioni. Il fenomeno è globale e forse non...
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Infine, proprio ieri mattina, il Papa ha annunciato l'avvio della fase numero due della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, un importante organismo che aveva voluto nel 2014 ma che poi, cammin facendo, aveva avuto un po' di problemi ed era stato fatto scadere nel dicembre scorso, probabilmente a seguito di una feroce polemica interna sollevata dalle due ex vittime che ne facevano parte, l'irlandese Marie Collins e l'australiano Peter Saunders. Entrambi si erano dimessi per evidenti divergenze con la Congregazione per la Dottrina della Fede. Visioni e strategie opposte. Per Collins e Saunders prima di tutelare le istituzioni bisognava mettere al centro le persone ferite, traumatizzate, rovinate dagli abusi. Cosa che non sempre veniva fatta. Inoltre lamentavano anche la mancata collaborazione con la curia per istituire un apposito tribunale riservato a giudicare i vescovi insabbiatori e abilitato a valutare il loro grado di responsabilità davanti alle vittime. Un tema delicatissimo che, pian piano, ha finito per mandare a pezzi la commissione.
Papa Francesco davanti a tante critiche ha reagito, sollecitando la fase due, e rinnovando la decaduta Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori. Ieri mattina c'è stato l'annuncio ufficiale: è formata da 16 membri di diversa nazionalità, tra giuristi, psicologi, ex ambasciatori, storici. L'unico italiano inserito è Ernesto Caffo, fondatore di Telefono Azzurro e garante della voce delle vittime. A guidare la squadra è ancora il cardinale americano Sean O'Malley, il porporato che aveva criticato Francesco perché in Cile non aveva ascoltato le vittime, non le aveva ricevute ma, anzi, le aveva persino offese dicendo che se non avevano delle prove erano solo dei calunniatori. Uno scivolone involontario al quale Francesco aveva dovuto rimediare chiedendo scusa.
La commissione starà in carica altri tre anni e riprenderà il lavoro già iniziato. «Dovremo assistere le chiese locali di tutto il mondo nei loro sforzi di proteggere dalle ferite tutti i bambini, i giovani e gli adulti vulnerabili» ha spiegato O'Malley. La prima riunione è fissata per il mese di aprile con un incontro con un gruppo di vittime. L'obiettivo è di istituire un dialogo continuativo con i sopravvissuti da tutto il mondo allo scopo di creare un «Gruppo Consultivo Internazionale di Sopravvissuti». Marie Collins su Twitter ha però polemizzato la scelta di non confermare i vecchi membri. «Perché non confermare i membri volenterosi e lasciarli tornare ai progetti importanti su cui stavano lavorando alla fine del primo trimestre? Invece nuove persone che iniziano da zero!». Poco dopo un nuovo tweet: «Si tratta di una domanda retorica, so la risposta». A suo parere la linea della tolleranza zero in Vaticano fa fatica ad essere accettata e messa in pratica. Che il problema sia ben più esteso di quanto non sembri non resta che la cronaca di tutti i giorni: proprio ieri una notizia che arrivava da Città del Messico, sull'arresto di un prete che abusava di una bambina. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino