Dopo il debutto di questa tecnica pochi mesi fa in Australia, è stato eseguito in Gran Bretagna il primo trapianto di cuore morto in Europa. Nel Cambridgeshire i chirurghi hanno...
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Di solito nei trapianti il cuore viene espiantato da persone in morte cerebrale, con il muscolo cardiaco che ancora batte. In questo caso particolare invece, riferisce la Bbc, l'organo proveniva da un donatore con cuore e polmoni che avevano smesso di funzionare, dunque in morte circolatoria. Gli esperti dell'Ospedale di Papworth spiegano che la tecnica potrebbe aumentare il numero di cuori disponibili almeno del 25%. A ricevere il cuore morto è stato Huseyin Ulucan, 60enne di Londra.
L'uomo aveva subito un attacco di cuore nel 2008. «Prima della chirurgia riuscivo a malapena a camminare», ha raccontato, dicendosi entusiasta del suo miglioramento dopo il trapianto. «Ora mi sento più forte ogni giorno e sono entrato in ospedale questa mattina senza alcun problema», ha detto alla stampa. In Gran Bretagna, come in tutto il mondo, la domanda di organi per il trapianto supera l'offerta e la lista d'attesa è lunga. Finora nel caso di un decesso e cuore non battente si potevano donare reni, fegato e altri organi. La nuova procedura utilizza una macchina detta heart in a box (cuore in una scatola), che consente di riavviare il cuore cinque minuti dopo la morte, e di alimentarlo con sangue e sostanze nutritive ad hoc, mantenendolo a temperatura corporea.
Ma come funziona la tecnica, e come essere sicuri che dopo aver smesso di battere l'organo non sia stato danneggiato? Lo spiega Stephen Grande Large, che ha eseguito l'intervento: «Abbiamo monitorato il cuore pulsante per circa 50 minuti, e controllandolo siamo stati in grado di dire che era in ottime condizioni».
Il Mattino