No vax, il professore irriducibile contro il vaccino: «Sono pronto a farmi sospendere»

No vax, il professore irriducibile contro il vaccino: «Sono pronto a farmi sospendere»
Andrea Pantaleoni, professore di storia e filosofia di Montepulciano, ha scelto di non vaccinarsi: lo fa per motivi di salute? «No, non ho particolari problemi di salute....

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Andrea Pantaleoni, professore di storia e filosofia di Montepulciano, ha scelto di non vaccinarsi: lo fa per motivi di salute? «No, non ho particolari problemi di salute. Almeno credo, visto che in questo momento è molto difficile riuscire a fare dei controlli medici».

Allora è un no vax?
«No, non mi ritengo un no vax. Sono vaccinato per le altre malattie. Ma questo contro il Covid non lo faccio».

Perché?
«Nutro dubbi sulla natura di questo vaccino. Mi sono informato, anche attraverso voci alternative, e mi sono fatto un’opinione: più che un vaccino mi sembra una terapia, visto che servono somministrazioni a breve termine, continui richiami. Per i vaccini di solito non è così». 

Ora però verrà sospeso, che farà?
«Verrò allontanato da scuola, dove insegno da una vita, per un obbligo che purtroppo non mi sorprende. Immaginavo che arrivasse prima o poi, visto come siamo stati trattati fino ad oggi».

Finora è entrato in classe con il green pass?
«Sì, ho fatto sempre i tamponi per continuare a lavorare, ma ho anche presentato ricorso con l’Anief contro il green pass e aspetto che ci sia un esito».

Come affronta questa sospensione?
«Vado incontro alla sospensione coerentemente con i miei principi, non derogo ai miei diritti insindacabili anche se resterò senza sostegno economico, e sei mesi non sono pochi, e senza scatti di anzianità. Vengo messo alla porta senza alcun tipo di tutela. Sarà così per 6 mesi e poi vedremo se arriverò anche al licenziamento: per ora non è previsto ma ormai mi aspetto di tutto».

Non ha mai avuto ripensamenti?
«No, non posso cedere a una sorta di estorsione. Però è chiaro che vivo un notevole conflitto interno: non dormo la notte e faccio incubi da mesi. Non mi era mai capitato».

Come ha spiegato questa decisione ai suoi studenti?
«I miei studenti sono molto aperti, mi ascoltano senza giudicarmi. Non vogliono perdermi e io non voglio perdere loro. Mi sembra assurdo». 

Le hanno fatto pressioni?
«Nessuno mi ha mai additato nella mia scuola: neanche i colleghi vaccinati. E sono stato fortunato perché vedo una tale violenza in giro che mi spaventa: si stanno creando due fronti opposti, sembra che ci siano diverse categorie tra vaccinati e non vaccinati. E’ proprio quello che non volevo per i ragazzi». 

Non le mancherà la scuola?
«Certo che mi mancherà. La cosa che mi pesa e mi fa arrabbiare di più non è la perdita del denaro, comunque fondamentale per vivere e sembra che lo Stato non se ne preoccupi, ma il fatto che mi costringano a non avere rapporti con i ragazzi. Mi va bene non poter prendere un caffè seduto al bar, mi dispiace ma mi sta bene comunque. Ma togliermi la classe è troppo». 

Perché allora non si vaccina?
«Le libertà non sono libertà se qualcuno te le concede. E soprattutto non si concedono di mese in mese. Mi si sta dicendo: o ti vaccini o muori di fame. Si è rotto il patto sociale tra il cittadino e lo Stato». 

Si tratta però di una grave emergenza sanitaria.
«Credo che la salute individuale e la salute collettiva debbano essere equilibrate». 

Qualcuno ha mai provato a convincerla a vaccinarsi?
«Sì, qualcuno ha provato a convincermi, tra amici e colleghi, ma senza alcuna pretesa».

Oggi, per lei, inizia il conto alla rovescia?
«Purtroppo sì. Insegno da 23 anni e in tutto questo tempo ho preso solo 5 giorni di ferie. Immagino di poter arrivare fino a Natale, con il tempo per presentare la documentazione, poi però a gennaio con l’anno nuovo sarà davvero finita. Resterò a casa fino a giugno. Poi si vedrà, spero che qualcuno nel frattempo ci ripensi». 

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Il Mattino