Arrivano i bimbi profughi: scongiurata chiusura asilo

Arrivano i bimbi profughi: scongiurata chiusura asilo
Sono triplicati, da 15 a 44, i Comuni della Basilicata che accolgono i migranti. Attualmente sono 2.070 in Basilicata e 500 di essi sono inseriti in progetti Sprar per richiedenti...

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Sono triplicati, da 15 a 44, i Comuni della Basilicata che accolgono i migranti. Attualmente sono 2.070 in Basilicata e 500 di essi sono inseriti in progetti Sprar per richiedenti asilo. La regione lucana ha una dimensione demografica (570.000 abitanti circa, in continua discesa) che preoccupa per lo spopolamento delle aree interne ma, sotto il profilo della convivenza con i migranti, sta presentando degli esempi positivi di integrazione. A Fardella, un Comune potentino di circa 600 anime, l'asilo comunale è rimasto aperto. L'inserimento di sette bambini, figli di richiedenti asilo (in tutto una trentina nel piccolo centro), ha scongiurato la chiusura imminente della struttura pubblica.



Per questo la Basilicata è una regione pronta e si è mostrata disponibile anche ad attuare le proposte lanciate dal capo dipartimento immigrazione Mario Morcone sul rilascio della protezione umanitaria per coloro che sono impegnati in attività di lavoro e di formazione. Nella Regione sono già state avviate esperienze di lavoro volontario utile da parte degli stranieri che sono stati accolti, anche a Potenza dove gli ospiti si occupano della pulizia della «Villa del Prefetto». La materia è disciplinata da specifici accordi sottoscritti dalla Regione, dalle Prefetture, dall'Anci.


 In tal senso, la task force per le politiche dei migranti ha segnalato l'esigenza della manutenzione delle strade provinciali e poderali, con affiancamento ai cantonieri, alla tutela del territorio (progetto «Vie Blu») e alla cura del verde e del paesaggio. Anche il percorso di alfabetizzazione e formazione potrebbe dare maggiore occupazione ad insegnati e formatori. Secondo le stime del coordinamento regionale, in Basilicata l'attività di accoglienza e integrazione ha generato un'occupazione di oltre 400 persone: interpreti, mediatori, medici, ciclo della alimentazione e assistenza. I migranti, inoltre, potrebbero essere inseriti in un progetto di ripopolamento nei Comuni a più alto rischio demografico, partendo proprio dall'esempio di Fardella. 
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Il Mattino