«Pagherei il Governo non lo sfruttatore»: giovane prostituta italiana si racconta

«Pagherei il Governo non lo sfruttatore»: giovane prostituta italiana si racconta
FERMO - "Vorrei pagare il Governo e non lo sfruttatore". Una prostituta si racconta. "Vorrei cambiare vita" dice una...

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FERMO - "Vorrei pagare il Governo e non lo sfruttatore". Una prostituta si racconta.








"Vorrei cambiare vita" dice una prostituta brasiliana di 32 anni. Nicoletta, nome di fantasia, vive nel Fermano da quattro anni, da sei è in Italia. Prima ha vissuto a Bologna, Roma, Pescara. Capelli neri sfumati e lunghi, curati come le unghie, alta un metro e settanta, seno prosperoso grazie al bisturi, "voglio lottare per i miei diritti d'immigrata regolare" spiega e ammette "mi prostituisco per vivere, ma altri si arricchiscono alle mie spalle, nascondendosi dietro un mestiere regolare". Il piccolo appartamento è un'alcova a qualsiasi ora del giorno e della notte, dopo le 14. Lei esce la sera per cercare clienti e, di giorno, conduce una vita normale tra un appuntamento e l'altro. "Vorrei pagare il Governo, non lo sfruttatore - afferma - regolarizzare le prostitute aiuterebbe l'Italia a uscire dalla crisi". Non parla bene l'italiano, ha problemi con i verbi e le doppie, ma si fa capire. "Il giro di prostituzione crea una mafia - dice - gli sfruttatori (lei li chiama paponi) si mettono insieme e affittano case, è un giro stratosferico anche negli alberghi e nei finti bed & breakfast. C'è chi vive da Re con la diaria giornaliera delle prostitute". I contratti di affitto "non sono regolari, si paga molto di più" dice. Lei vive sola, ha scelto di non condividere il locale con altre ragazze. Una scelta che non premia sul fronte economico e della sicurezza. "Il papone - spiega - prende un canone giornaliero da usura, dai 50 ai 70 euro a prostituta al giorno. Le clandestine sono costrette a tenere la bocca chiusa e a pagare il prezzo stipolatto" (voleva dire stipulato). Gli sfruttatori "si spartiscono una barca di soldi e alcune ragazze servono anche per altri giri, come la droga e la merce contraffatta". Poi c'è il business che gira intorno. "Chi mette l'annuncio sulla bacheca costa da 75 a 150 euro a settimana - elenca Nicoletta - la presenza settimanale sui giornalini di incontri costa altri 40 euro e io pago 150 euro ogni foto che faccio". La rete del reclutamento "è organizzata dalle prostitute anziane che spesso ancora lavorano, coadiuvate da malavitosi che hanno con loro legami sentimentali". Tra Porto Sant'Elpidio, Civitanova, Macerata, Lido di Fermo, Porto Recanati e Numana "ci sono 420 prostitute, perlopiù senza documenti, protette dai paponi che le alloggiano al prezzo di 50-70 euro al giorno" spiega Nicoletta. Chi lavora in strada "ha una tutrice e c'è una tariffa da pagare, il posto sulla strada costa 3mila euro ed è rivendibile".



Lei lavora in casa e dice di pagare 400 euro di affitto al mese. Si è sganciata dal giro dopo aver conosciuto, a Pescara, "un avvocato che mi ha aiutato a prendere la cittadinanza" afferma e ammette di guadagnare "3mila euro al mese. Poco perché c'è la crisi". Aggiunge "i clienti sono sempre più strani perché hanno tanta scelta. Oggi uno mi ha chiesto di travestirsi e gli ho messo la parrucca". Sulle tariffe "prendo minimo 70 euro a prestazione, ma le colombiane lavorano per 30 euro" conclude. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino