Le prostitute Usa si schierano con la Clinton: «Noi votiamo Hillary»

«Prostitute per Hillary», la campagna nei bordelli legali del Nevada
«Hookers 4 Hillary». Si chiama così l'associazione che riunisce circa 500 prostitute che hanno deciso di sostenere, e finanziarie, la campagna di Hillary...

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«Hookers 4 Hillary». Si chiama così l'associazione che riunisce circa 500 prostitute che hanno deciso di sostenere, e finanziarie, la campagna di Hillary Clinton. «Molte persone pensano che noi siamo solo prostitute e l'unica cosa che sappiamo fare è il sesso e non capiamo nulla di politica, ma questo non è vero», ha affermato in un'intervista a Politico Entice Love che lavora al Moonlite Bunny Ranch, uno dei famosi legal brothels (“bordelli legali”) del Nevada, lo stato dei casinò e del gioco d'azzardo dove sabato prossimo si terranno i caucus democratici. «Quando scelgo un candidato politico lo faccio sulla base dell'impatto che la sua agenda potrà avere sulla mia vita personale - ha aggiunto Love, madre single - Clinton ha fatto e fa molte cose buone per la comunità, per noi, per tutto il mondo, punto e basta».


In particolare, in un'intervista al Guardian, la 26nne ha apprezzato l'impegno dell'ex segretario di Stato contro la violenza domestica: «sono stata in una relazione per molto tempo, e sono stata fatta cadere dalle scale, ho avuto costole rotte, occhi neri». Dennis Hof, il proprietario di sette centri di prostituzione legali del Nevada, reso celebre dalla serie
Cathouse che racconta le storie del Moonlite Bunny Ranch, spiega che il sostegno per Clinton è dovuto non solo al fatto che «si vuole una donna alla Casa Bianca», ma anche per il suo impegno a difendere l'Obamacare. «Prima della riforma sanitaria, queste ragazze non potevo permettersi l'assistenza medica per sé e la propria famiglia», ha affermato spiegando che nonostante il suo business sia legale le assicurazioni lo collegano alla prostituzione illegale e quindi non gli permettono di stipulare i contratti come datore di lavoro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino