«Chiudere subito i punti nascita con meno di mille parti all'anno»

«Chiudere subito i punti nascita con meno di mille parti all'anno»
Un milione di italiane, negli ultimi 14 anni, vittima di cosiddetta «violenza ostetrica» durante il travaglio o durante il parto. «Dati che suggeriscono una...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Un milione di italiane, negli ultimi 14 anni, vittima di cosiddetta «violenza ostetrica» durante il travaglio o durante il parto. «Dati che suggeriscono una riflessione, soprattutto sulla gestione del rapporto fra ginecologi e pazienti, ma che non devono dar luogo ad allarmismi controproducenti, che rischiano di minare la fiducia che le donne italiane ripongono nel proprio ginecologo e nelle strutture sanitarie che le accompagnano nelle delicate fasi del travaglio e del parto». È questa la posizione condivisa da Sigo (Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia), Aogoi (Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani) e Agui (Associazione Ginecologi Universitari Italiani) in merito all’indagine Doxa, secondo cui un milione di italiane, negli ultimi 14 anni, sarebbe stato vittima di cosiddetta “violenza ostetrica” durante il travaglio o durante il parto.


 «Questi dati – dichiara Giovanni Scambia, presidente Sigo – impongono anzitutto una verifica e una riflessione sulla gestione del nostro rapporto e dialogo con le pazienti, perché è in sé spiacevole che alcune italiane riferiscano del proprio parto come di un’esperienza senz’altro negativa. In secondo luogo l’indagine Doxa, che pure manifesta qualche limite in termini di rigore, perché ad esempio nessun consenso informato è necessario per praticare una episiotomia, rafforza il convincimento di noi ginecologi riguardo ad alcuni obiettivi che perseguiamo da anni: una migliore rotazione del personale, sia medico sia ostetrico, nelle sale parto; la chiusura dei punti nascita che gestiscono meno di mille parti all’anno, perché evidentemente privi dell’esperienza e della casistica necessarie; e infine l’inserimento nei Livelli essenziali di assistenza del parto indolore, che non può restare un privilegio riservato a poche italiane». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino