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A Mosca tutto è pronto. Per oggi pomeriggio è prevista una cerimonia con cui Vladimir Putin metterà in scena l’ultimo atto della farsa dei referendum e completerà l’annessione delle quattro regioni occupate: Lugansk e Donetsk (a Est, nel Donbass) e Zaporizhzhia e Kherson (a Sud). La commissione Ue ha pronto l’ottavo pacchetto di sanzioni contro la Russia, sia pure con l’incognita del veto dell’Ungheria, e riguarda anche il price cap sul petrolio russo via mare, ma anche l’export di componenti tecnologici per l’aviazione, elettrodomestici e sostanze chimiche.
Critico il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba: «Gli elementi emersi sul prossimo pacchetto di sanzioni dell’Ue alla Russia non corrispondono alla portata dell’escalation di Putin e alla minaccia che rappresenta per l’Europa e il mondo intero. Incoraggiamo l’Ue a colpire Putin più duramente per fermarlo. Questo è un momento cruciale». Nella zona della piazza Rossa sono già stati montati palchi, cartelloni e grandi schermi per una cerimonia alla quale sono stati invitati i quattro leader filo russi. Da quando saranno firmati i trattati, la controffensiva ucraina per riprendere i territori sottratti sarà considerata un’aggressione alla Russia. Con il rischio, già paventato, di uso di armi nucleari. Ha detto Vadym Skibitsky, capo dell’Intelligence ucraina: «Le probabilità che i russi ricorrano ad armi nucleari tattiche sono molto alte». Ieri l’esercito di Kiev ha proseguito la riconquista di nuove aree verso il Donbass, prendendo il controllo di Kupiansk. E i russi sono stati accerchiati nella città chiave di Lyman. L’Ambasciata italiana avverte i nostri connazionali ancora in Russia (circa 3.500): se potete, lasciate il Paese. Per Putin, la cui popolarità sta precipitando dopo la mobilitazione parziale e dunque il reclutamento di massa, si tratta di un’importante occasione di propaganda.
L’Unione europea ha deciso Dana Spinant, portavoce della Commissione Ue, avverte: «Non accetteremo mai l’annessione dopo i referendum-farsa». Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres: «Questa mossa non avrà alcun valore legale, ma rappresenta una pericolosa escalation».
C’è preoccupazione per coloro che sono in Russia con la doppia cittadinanza, perché non può essere escluso che vengano arruolati forzatamente. Putin sta alzando molto i toni e nel discorso di oggi potrebbe andare oltre. Già ieri ha affermato: «L’Occidente vuole un bagno di sangue. Cerca di aumentare le tensioni negli ex territori Urss con rivoluzioni colorate». Lui stesso però ammette che nella «mobilitazione parziale», nell’arruolamento dei riservisti, possano esserci stati degli errori, assicurando che sarà posto rimedio. Il presidente turco Erdogan ieri ha tentato una nuova mediazione con Putin. In serata gli ha parlato al telefono. Qualche ora prima aveva spiegato: «I referendum causano problemi. Avrei preferito che non li avessero tenuti. Dovremmo risolvere questo problema attraverso la diplomazia. Il costo di dichiarare una guerra nucleare sarebbe catastrofico».
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