Qatargate, Andrea Cozzolino arrestato a Napoli: «Cravatte e soldi per favorire il Marocco»

Persa l’immunità dell’Europarlamento scatta il provvedimento di cattura per lui e Tarabella

Andrea Cozzolino
I rapporti con l’ambasciatore marocchino in Polonia, dove si sarebbe recato un anno fa, ma anche una serie di interventi in Parlamento europeo per favorire gli interessi...

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I rapporti con l’ambasciatore marocchino in Polonia, dove si sarebbe recato un anno fa, ma anche una serie di interventi in Parlamento europeo per favorire gli interessi marocchini nella più alta assemblea europea. Un’azione politica svolta da Andrea Cozzolino, a stretto contatto con l’ambasciatore marocco a Varsavia, ma anche e soprattutto in forza del rapporto con soggetti del calibro di Antonio Panzeri e Francesco Giorgi. Sono queste le accuse che hanno spinto gli inquirenti belgi ad arrestare Andrea Cozzolino, europarlamentare al secondo mandato, da sempre leader dem in Campania. Nei suoi confronti le accuse dei suoi due ex staffisti, arrestati due mesi fa; ma anche una intercettazione telefonica nella quale Giorgi e Panzeri parlano esplicitamente «della necessità di spingere Cozzolino a favorire gli interessi del Marocco in Parlamento europeo». In cambio di cosa? Cravatte, vestiti (ricevuti come gesto di cortesia in Polonia) ma anche cifre di soldi non precisati («alcune decine di migliaia di euro»).

Un terremoto, dunque: ieri la perquisizione negli uffici in Belgio di Cozzolino, nella casa nel quartiere di Ixelles a Bruxelles, poi l’arresto a Napoli. In un primo momento, i finanzieri del Gico non lo hanno trovato nella sua casa vomerese, per poi ammanettarlo solo dopo qualche ora, all’interno di una clinica privata, dove si era recato per fare alcuni accertamenti. In serata il trasferimento a Poggioreale.

Partecipazione a una organizzazione criminale, corruzione e riciclaggio, per aver condizionato da parte l’Europarlamento e favorire alcuni paesi stranieri: sono le accuse vibrate dal giudice istruttore Michael Claise, nel corso dell’inchiesta terremoto ribattezzata Qatargate. In sintesi, c’è la convinzione secondo la quale da due paesi in particolare - Quatar e Marocco - sarebbero arrivate valigette di denaro per influenzare l’attività parlamentare dell’Eurocamera. Di qui la trama di relazioni segrete strette tra soggetti come Giorgi e Panzeri (entrambi alle dipendenze di Cozzolino), che avrebbero ottenuto tangenti in cambio di un atteggiamento morbido - sotto il profilo politico - nei protocolli che hanno riguardato i mondiali del Quatar (nel tentativo di negare gli oltre 6mila morti tra i lavoratori impegnati per la costruzione degli stadi dei mondiali); e il Marocco, per favorire la «buona reputazione» di un paese del Maghreb, anche per favorire importanti sbocchi imprenditoriali nello Stato affacciato sul Mediterraneo. Ma gli arresti di Cozzolino non sono l’unico colpo messo a segno dal giudice Claise. Ieri mattina, infatti, è stato tratto in manette un altro europarlamentare, l’italo belga Marc Tarabella, al quale la polizia ha sequestrato anche una cassetta di sicurezza che Tarabella ha in una banca di Liegi, oltre a mettere i sigilli al suo ex ufficio nel municipio di Anthisnes, cittadina in cui l’eurodeputato è stato in passato sindaco. Ma cosa ha spinto gli inquirenti a chiedere e ottenere il suo arresto? Due mesi dopo lo scoppio del Quatargate, ci sono le dichiarazioni messe agli atti da parte di due soggetti che lavoravano nello staff di Cozzolino. È il caso di Antonio Panzeri (ex membro del Parlamento europeo) e di Francesco Giorgi, ex assistente parlamentare di Panzeri, attuale assistente di Cozzolino, nonché marito della ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili (finita in manette, nella prima fase del Quatargate). Ricordate il caso della Kaili? A casa della leader parlamentare socialista greca, vennero trovate valigie di denaro (soldi sequestrati anche a Panzeri), ritenute provento di tangenti.  

Ma torniamo a Cozzolino. Dopo la notizia degli arresti, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha ritenuto opportuno revocare la nomina dello stesso Cozzolino dalla cabina di regìa sulla spesa dei fondi europei in città metropolitana. In quindici pagine, sono sintetizzati alcuni atti dell’inchiesta nata e condotta in Belgio. Stando a quanto appreso dal Mattino, più che sul caso Quatar, Cozzolino viene accusato per aver speso la sua influenza politica e diplomatica in favore del Maghreb, essendo a capo di una commissione che si occupa dei paesi magrebini. Due gli incontri che vengono stigmatizzati dal giudice istruttore belga, avvenuti tra Cozzolino e l’ambasciatore marocchino in Polonia Atmoun Aberrahim: un primo incontro nella casa belga di Cozzolino, risalente al 2021; poi la visita a Varsavia di un anno fa, quella in cui avrebbe ricevuto in omaggio alcune cravatte.

C’è un punto decisamente più insidioso a carico di Cozzolino, a leggere la misura cautelare: è quello che porta la firma di Francesco Giorgi, che parla di «decine di migliaia di euro» che sarebbero state girare a Cozzolino, nel momento «del passaggio di fiamma» tra Panzeri e lo stesso Cozzolino, a proposito della necessità di tutelare gli interessi marocchini. Vicende che ora attendono la difesa di Cozzolino (rappresentata tra gli altri dall’avvocato Federico Conte), mentre il terremoto Quatargate frana sulla vita dell’eterno golden boy della politica napoletana. 

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Il Mattino