MADRID - «Non importa che a Manchester siano morti bambini, qui accadranno cose peggiori». È il commento captato in un’intercettazione telefonica a uno...
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Tutti erano membri della cellula che «diffondeva propaganda, indottrinava nuovi membri terroristi ed elaborava materiale audiovisivo idoneo per l’impiego in un processo di captazione di jihadisti», scrive il giudice Pedraz. Un gruppo costituito dall’iman Tarik Chadloui, il leader predicatore salafita, arrestato nel corso della stessa operazione in Gran Bretagna, secondo gli inquirenti il principale reclutatore di aspiranti martiri per la causa del Daesh. Stando alle accuse, si era recato in varie occasioni a Palma di Maiorca, per avviare la struttura terrorista che avrebbe dovuto seminare il terrore nell’isola delle Baleari. Nel provvedimento, il magistrato dell’Audiencia Nacional descrive uno dei video di propaganda, pubblicato su un canale con oltre 12.000 sottoscrittori, che mostra i processo di radicalizzazione di un giovane musulmano in Spagna, che decide di andare a combattere in Siria. Nel video, diretto da ‘Tarik’ , partecipano come attori tre degli quattro arrestati.
Uno di loro, un marocchino detenuto nella capitale, in una delle conversazioni telefoniche intercettate dagli inquirenti, aveva fatto riferimento all’attacco nello stadio di Manchester al concerto di Ariana grande, che lo scorso 23 maggio provocò 22 morti, fra i quali anche bimbi, e 120 feriti, messo a segno dal 23enne inglese di origini libiche Salman Abedi. Per dire al suo interlocutore al telefono che in Spagna sarebbero accadute “cose ben peggiori”.
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Il Mattino