La Procura di Roma ha chiesto la condanna a 2 anni di reclusione per Raffaele Marra, ex capo del personale del Campidoglio, nell'ambito del processo che lo vede imputato per...
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Roma, caso Marra, ricorso della Procura: «Raggi mentì per non dimettersi»
Nel corso della requisitoria il pm Francesco Dall'Olio ha affermato che l'imputato «ha avuto un ruolo assolutamente attivo nelle procedure che hanno portato alla nomina del fratello». Nomina prima congelata dalla sindaca Raggi e poi infine revocata. «Il reato con dolo intenzionale si è consumato nella riunione del 26 ottobre del 2016 nell'ufficio di Raffaele Marra - ha aggiunto il pm - che all'avvocato Antonio De Santis e all'assessore al Commercio Adriano Meloni fece il nome del fratello per il quale adottò un comportamento preferenziale che determinò un'ipotesi di vantaggio economico ingiusto in relazione alla mancata chance degli altri concorrenti per quella nomina». Il rappresentante dell'accusa ha spiegato che «la riunione si chiuse con gradimento di Meloni per la scelta del nome e la comunicazione della notizia a Renato che, avendo certezza del posto, manderà la domanda». Marra, per la procura di Roma, «avrebbe dovuto astenersi e non lo fece».
L'ex capo del personale del Campidoglio, Raffaele Marra, «avrebbe dovuto astenersi» nelle procedure che portarono il fratello Renato alla nomina a capo della direzione Turismo del comune di Roma. Ciò non avvenne, secondo i pm di Roma che ne hanno chiesto oggi la condanna a 2 anni di carcere, ma anzi l'ex alto dirigente capitolino ebbe un «ruolo assolutamente attivo nelle procedure di interpello» nell'autunno del 2016. Nella requisitoria del processo il pm Francesco Dall'Olio ha ricostruito i vari passaggi che portarono a quella nomina, poi congelata dalla sindaca e infine revocata anche alla luce dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere che raggiunse Marra nel dicembre di tre anni fa per un'altra vicenda giudiziaria in cui il dirigente era accusato di corruzione.
«Il reato con dolo intenzionale si è consumato nella riunione del 26 ottobre del 2016 nell'ufficio di Raffaele Marra - ha aggiunto il pm - che all'avvocato Antonio De Santis e all'assessore al Commercio Adriano Meloni fece il nome del fratello per il quale adottò un comportamento preferenziale che determinò un'ipotesi di vantaggio economico ingiusto in relazione alla mancata chance degli altri concorrenti per quella nomina».
Il Mattino