Le critiche dei governatori al reddito di cittadinanza non sono piaciute a Luigi Di Maio «Le Regioni - ha accusato il ministro del Lavoro - favoriscono le solite lobby....
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«Vista la delicatezza del tema - aggiunge la coordinatrice degli assessori regionali al lavoro, la toscana Cristina Grieco - non si era neppure toccato il tema dei navigator. Che presenta una doppia criticità: una di natura costituzionale, le politiche sul lavoro sono in capo a noi, e una di natura più pratica. Questo personale va formato, servono competenze precise e, di più, non abbiamo neppure le scrivanie dove metterli».
L'uscita di Di Maio ha sorpreso non poco le Regioni. Al vertice di venerdì i tecnici del ministero del Lavoro avevano preso appunti sulle richieste e il ministro, informalmente, aveva fatto sapere avrebbe convocato a breve gli enti per un tavolo politico. Poi è arrivato il suo attacco: «Non si può bloccare il reddito perché il De Luca della situazione lo vuole fermare, convinto che avvantaggi il Movimento. Abbiano il coraggio di mettersi contro, a questo punto».
Spiegano ambienti vicini al vicepremier, che a scatenare le sue ire è stata una dichiarazione in mattinata del governatore campano De Luca. Il quale si è detto favorevole «all'aiuto alla povera gente, ma dovremmo ragionare con realismo senza preoccuparci delle elezioni europee e di prendere qualche voto in più». Al di là delle polemiche politiche, a dividere governo e Regioni sono soprattutto tempi e modalità di attuazione del reddito: dal primo fronte spiegano che si è deciso di accelerare sull'assunzione dei navigator attraverso Anpal Servizi, perché gli enti, considerando anche i tempi per pubblicare i bandi di concorso, non riusciranno a reclutare prima dell'estate i 4.000 nuovi addetti per i centri. I governatori invece lamentano il taglio delle risorse e sono pronti anche a ricorrere alla Corte Costituzionale, se l'esecutivo non sbloccherà i fondi per le assunzioni e rimodulerà le competenze dei Cpi, ben sapendo che per aprile, data di avvio del reddito, queste realtà opereranno a scartamento ridotto. «Noi chiediamo - conclude l'assessore Grieco - soltanto quello che ci è stato promesso dal ministro a ottobre: un rafforzamento dei Cpi quantitativo e qualitativo, investimenti soprattutto informatici per le strutture e un layout unico per equiparare i servizi su tutto il territorio nazionale. Ma da ottobre non ci ha più convocati». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino