«Ciao, se vedemo», in dialetto friulano, sono le ultime parole che Giulio Regeni e i genitori si sono detti nell'ultima telefonata dall'Egitto prima che il...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Quando abbiamo visto il corpo, ci ha subito dato il senso che quella persona, Giulio, non è stata rispettata»: così i genitori di Giulio Regeni, Paola e Claudio Regeni, hanno spiegato perché dopo aver visto il corpo del figlio hanno detto che gli avevano sputato addosso. «Si pensa al male fisico - ha spiegato la madre - ma poi mi è venuto in mente un Giulio che soffriva ma pensava di uscire da quella situazione. Che era in balia degli altri, senza dignità. Lo sputo per la nostra civiltà rappresenta un segno di disprezzo totale: ecco, noi abbiamo letto quel disprezzo sul corpo di Giulio».
Paola Regeni ha anche sottolineato il loro disagio «quando spesso si parla di Giulio come di un "caso". «Giulio era una persona, non un caso». «Giulio era un giovane uomo di questi tempi, era avanti su certe cose.
«Vogliamo togliere via alcuni pregiudizi sulla ricerca che Giulio stava facendo in Egitto quando è sparito. Era una ricerca in campo economico, a Giulio interessava il discorso dell'economia politica. Frequentava un corso universitario sullo sviluppo industriale, economico e sociale dei paesi in via sviluppo. All'interno di questo c'era il discorso sui sindacati. Non era quello il cuore della sua ricerca», ha detto la madre di Giulio, Paola. «Una parte di quella ricerca era sul sindacato governativo, e stava ultimando la parte sui sindacati non governativi (tra cui quelli degli ambulanti, ndr)». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino