OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Lasciata l’isola si naviga a vista. In un mare mosso. Chiusa la partita sarda, la Lega è pronta a riaprire il caso Luca Zaia. Un nuovo blitz sul terzo mandato dei governatori, al Senato, presentando in aula lo stesso emendamento al decreto sull’Election day già bocciato con una spaccatura della maggioranza in Commissione Affari costituzionali. Con la benedizione di Matteo Salvini. Il governo, su ordine di Fratelli d’Italia, boccerà di nuovo il blitz, a costo di mettere la fiducia sul provvedimento e far decadere tutte le modifiche. Riparte da qui il day after della sconfitta in Sardegna. Tra rivendicazioni e tatticismi, con lo sguardo puntato sulle prossime tornate regionali. Abruzzo, Basilicata, Piemonte, più in là l’Umbria.
Regionali Sardegna, Lollobrigida: «Non credo che gli scontri a Pisa abbiano influito»
L’AVVISO
Ieri è stato il presidente del Veneto a lanciare un messaggio ai naviganti. «Non mi risulta che la partita sul terzo mandato si sia chiusa in Parlamento». Un avviso a Salvini e i parlamentari veneti del Carroccio, che quando chiama il Doge rispondono sull’attenti. «Dobbiamo tenere alta l’attenzione mediatica», ha confidato ai suoi fedelissimi. Sa bene Zaia che i blitz saranno fermati, uno ad uno. Ma non può permettersi di chiudere così la partita, vestendo i panni di un presidente al tramonto, sulla via d’uscita: si vota nel 2025. È una partita che si gioca più a Roma che nella Serenissima, in realtà. Perché l’insistenza della Lega è solo uno tra i tanti effetti collaterali dell’inciampo sardo. L’inizio di un duello che può avere riverberi sulle Regionali da qui alle elezioni Europee di giugno.
LA QUADRA
Dopo l’Abruzzo, viene la Basilicata. Ed ecco la novità: il partito di Meloni sarebbe pronto a dare il via libera alla ricandidatura del governatore azzurro Vito Bardi. «Da noi nessuna preclusione», ha detto Donzelli all’uscita dal mini-vertice. «Siamo vicini» gli fa eco il deputato lucano di FdI Aldo Mattia, chiarendo come a mancare ormai sia solo l’intesa sulle seconde linee del governo regionale.
Nero su bianco però c’è poco. È tutto un gioco degli specchi. «È in arrivo un comunicato congiunto» dicono fonti azzurre. «Non è vero» frenano a via della Scrofa, rimandando al giudizio di Arianna Meloni. Lo slancio più importante però lo coglie la Lega. «La lezione sarda è servita» attacca, cercando di motivare il sacrificio di Solinas in Sardegna dedicandogli un «metodo» che porterebbe non solo alla conferma di Donatella Tesei in Umbria ma anche, ovviamente, a quella di Zaia. «Se alla fine non passa il terzo mandato, lo farà il principio che il partito uscente esprime il nuovo candidato». Esattamente il tipo di certezze che i meloninani non intendono dare a Salvini: «Se ne riparla dopo le Europee», è la linea. Mentre Meloni ha già dato il lasciapassare al bis dell’azzurro Alberto Cirio in Piemonte.
Si vedrà: la priorità ora è evitare che l’onda del campo largo, dopo la vittoria risicata in Sardegna, si abbatta sulle regionali in Abruzzo. Qualche compensazione si potrà trovare sulla scelta dei candidati sindaci. Ieri una prima quadra. A Lecce sarà candidata l’ex ministro di FI Adriana Poli Bortone. Mentre la casella di Cagliari, dopo il flop di Truzzu, potrebbe andare alla Lega.
Leggi l'articolo completo suIl Mattino