Le foto. Occhio alle foto. Sembra proprio che Angela e Matteo, a giudicare dagli scatti con cui sono stati immortalati ieri nel summit a Berlino, si piacciano. Lei gli sorride....
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Quando nella conferenza stampa viene rivolta alla coppia una domanda in doppia lingua, va in scena un duetto - lui che con la mano fa un gesto per dire che la risposta tocca a lei, lei che sorride cercando di dare la precedenza a lui - dal quale trasuda una reciproca complicità appunto del tipo: «Parli tu o parlo io?». E così anche in un’altra sequenza. Quella in cui, con un gran sorriso, Matteo guardando un po’ Angela e un po’ la platea scherza: «La Cancelliera mi ha chiesto: non hai portato le slide?». «Vedo», commenta Matteo tutto soddisfatto, «che l’eco della notizia delle slide è arrivata fin qui».
La chimica Non è detto affatto che il feeling personale diventi consonanza politica. Ma la chimica tra i due c’è e insomma: «Io sono impressionata da Renzi», «Io auguro a Renzi molto successo». Nonostante la stampa tedesca, mentre i due si godono la loro chimica, dia per lo più addosso al nuovo capo del governo italiano senza pietà: «Renzi è l’anti-rigore».
Galeotta fu la Fiorentina. Già nell’incontro precedente, i due avevano parlato di Mario Gomez, il bomber tedesco della Fiorentina. Ieri si è andati oltre. Ecco Renzi, tutto serio, che regala la maglia autografata del centravanti viola alla Merkel. E lei, che fino a quel momento simpatizzava con l’ospite ma senza esagerare, si scioglie in un sorrisone e quasi sventola quel vessillo viola - con il numero 33 di SuperMario timbrato sul retro della maglia - davanti a tutti.
Ha occhi solo per lei Matteo, al punto che - invece di scherzare come al solito con i giornalisti - ieri ha finto di non conoscerli: «E voi chi siete?». Poi si sforza, davanti a lei, di non essere leggerista. E tantomeno fa la figura dell’«alunno da mettere dietro alla lavagna» e del resto l’Italia, come aveva detto l’altro giorno, non è affatto un Paese riconducibile a questa caricatura.
Non si tratta comunque di un colpo di fulmine quello di ieri a Berlino. Matteo e Angela sono al terzo incontro. Questo è il più importante, ma prima si erano visti nel luglio scorso in forma privata e riservata - Matteo era sindaco di Firenze - e poi al vertice d’emergenza sulla crisi in Crimea. Con Monti e con Letta, la Merkel aveva una sintonia più naturale, tutta di tipo istituzionale e basata su un comune linguaggio da euro-cancellerie, e proprio per questo non aveva bisogno di scoprirli. Rispetto a Renzi, mostra invece una curiosità che è anche dettata da bisogno. Ci sono tra l’altro, a maggio, le elezioni europee. Mai come stavolta molto a rischio. Quanto può piacere alla Merkel un’Italia in preda al populismo anti-euro di marca grillina, che rende più debole la Ue e il colosso tedesco? Leggi l'articolo completo su
Il Mattino