Riaperture bar, palestre, ristoranti e cinema: nuovi protocolli, si lavora per inizio maggio

Riaperture bar, palestre, ristoranti e cinema: nuovi protocolli, si lavora per inizio maggio
Ormai sono al collasso economico e quindi basta anche la sola prospettiva di ripartenza perché inizino a darsi da fare. I motori rombano, c’è voglia di...

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Ormai sono al collasso economico e quindi basta anche la sola prospettiva di ripartenza perché inizino a darsi da fare. I motori rombano, c’è voglia di ricominciare, nelle palestre nei bar, nei bistrot. E nei cinema. Il tempo sta per scadere, il check dei dati che potrebbe portare il via libera al gran ritorno della zona gialla per qualcuno è ormai dietro l’angolo. E allora a Genova ci sono ristoratori che da giorni lasciano le luci accese nei loro locali, da un lato per farsi sentire dalle istituzioni e dall’altro per dare un segnale ai clienti. «Stiamo tornando» sembrano dire. Ma le riaperture sono attese da tutti. Mario Lorini, direttore dell’Anec (Associazione nazionale esercenti cinema), il 27 marzo è stato a un passo dal veder rientrare il pubblico in sala. Ora ci crede: «Siamo in contatto con il governo. Ci hanno chiesto misure sostenibili per ripartire» dice. 

Il protocollo c’è già. Posti contingentati, biglietti nominali e areazione costante dei locali sono una struttura rodata. «Così possono ripartire le sale al chiuso entro maggio per far uscire film nuovi. Da giugno potrebbero riprendere i concerti all’aperto». D’altronde come spiega Daniele Brocchi, coordinatore del turismo di Confesercenti Roma e Lazio, per poter ripartire bisogna iniziare a lavorare. «Serve programmazione - spiega - specie se si tratta di turismo. A questo punto se a fine aprile si torna gialli, i primi movimenti economici si vedranno con i ponti del primo maggio e del 2 giugno». E così ci si prepara come si può, anche invocando i vaccini per i lavoratori del turismo per non rischiare perdere la stagione. «Ci aspettiamo dal 3 maggio aperture importanti con arrivi da Usa, Russia, Cina. E non ci dimentichiamo che a ottobre il G20 all’Eur porterà a Roma venti paesi».

Ma le palestre hanno smesso di aspettare, da qualche giorno, dopo la manifestazione di Roma le pubblicità parlano chiaro: «Palestra aperta per tutti gli atleti agonisti». E come si diventa agonisti, ci pensano loro, iscrivendoti a una gara di preminente interesse nazionale, entro i termini previsti dal Coni, ogni Dpcm cambiano e ogni volta loro si fanno più furbi, la Municipale fa fatica a star dietro alle carte e forse un po’ ha deciso di accanirsi meno. L’iscrizione è assicurata, basta tesserarsi come agonisti. Certo i numeri non sono quelli di un tempo, 280 clienti contro 3mila, si punta alla sopravvivenza, è chiaro che molte strutture non riapriranno più. «Molte strutture hanno deciso di riaprire - spiega il presidente nazionale Anpals Giampiero Guglielmi - o adesso o mai più, almeno il 20, 30%, una forma di protesta». 

Davide Di Clemente tiene aperta da novembre una delle sue palestre, Il Cavaliere nero «prima arrivavano tutte le forze dell’ordine ora no, molto meno, il clima è cambiato». Sono scesi in piazza, hanno fatto lezioni on line, in cortile, hanno smesso di pagare affitti, stanno passando i guai. Anche per loro, non è rimasto che il tesseramento agonistico, prima per pochi ora ostentato nelle pubblicità. Altro che escamotage, è diventata sopravvivenza. Non hanno ricevuto ristori, piuttosto sfratti. Chi ha ottenuto gli affitti bloccati si è visto chiedere le rate degli interessi. «Abbiamo famiglia», ripetono. E poi c’è un altro fenomeno. «La gente ci chiama - spiega Simone Colasanti socio di Aeterna - non ce la fa più. Chiedono quando riapriamo». 

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Il Mattino