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Cinque anni dopo la tragedia di Rigopiano, Giampaolo Matrone appare più sereno. Il 38enne pasticciere di Monterotondo nella sciagura della valanga, che uccise 29 persone intrappolate nel resort, perse la moglie Valentina Cicioni, un'infermiera di Mentana. Matrone si salvò per miracolo ed è rimasto solo a crescere Gaia, la loro figlia di 10 anni. Ora sta scrivendo un libro. «Io e mia figlia abbiamo trascorso quattro giorni, dal 2 al 5 gennaio, a Ovindoli, in Abruzzo, ci siamo divertiti, abbiamo sorriso».
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Attribuisce alla moglie Valentina il merito di aver superato il «terrore» della neve. «Gaia voleva trascorrere qualche giorno sulla neve, ma non ne avevo il coraggio: la neve ci ha tolto tutto. Poi però ho pensato che non era giusto privare di quest'opportunità mia figlia per colpa mia e mi sono fatto forza. Anzi, è stata Valentina a darmela, la forza: la sera prima di partire l'ho sognata, è stato un sogno bello: mi ha aperto la strada».
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Oggi dunque è il quinto anniversario di quel disastro.
Il programma della manifestazione prevede per oggi alle 15 una fiaccolata statica davanti all’obelisco sul sito a quota 1.200 metri dove un tempo svettava il resort. Mezz'ora dopo, l'alzabandiera con il Silenzio suonato dalla tromba, quindi la deposizione di fiori e piante presso l’obelisco, con la benedizione di Don Luca. Alle 16 la Santa Messa all’interno del sito a distanza di sicurezza per il protocollo legato alla pandemia. Subito dopo verranno scanditi i nomi dei 29 Angeli di Rigopiano, con il rintocco della campana e successivamente avverrà il posizionamento all’interno dei resti dell'hotel di 29 rose bianche, una per ogni vittima. Alle 16.49, nel momento in cui si registrò la potentissima valanga sganciatasi dal sovrastante monte Siella: verrà intonato il canto "Il Signore delle Cime" e ad esibirsi sarà il Coro di Atri. Alla fine, il lancio di 29 palloncini bianchi.
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