Un video girato col telefonino e una lettera. Disperato grido di dolore e allo stesso tempo atto di accusa diretto e durissimo. Per la Procura di Forlì costituiscono un...
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Verso la fine della requisitoria del pm Sara Posa, che ha coordinato l'accusa con il collega e procuratore reggente Filippo Santangelo, è stato fatto sentire, a porte chiuse, un estratto del lungo filmato girato dall'adolescente col suo telefonino, fino a quando la batteria non si scaricò, poco prima del gesto estremo, il 17 giugno 2014. Dalla sua voce, spesso rotta dalle lacrime, i giudici hanno potuto ascoltare le accuse. Rosita dice ai genitori di averla odiata e aggiunge che, proprio per questo, il suo suicidio a loro non dispiacerà tanto. Non piangeranno, insomma, perché di lei non è mai importato nulla. Rosita, anche nello scritto, usa spesso la parola 'odiò, come quando invita padre e madre a chiedersi se una parte dell'odio che lei, uccidendosi, rivolge su di sé, non possa essere quello ricevuto da loro.
Soprattutto verso il padre. C'è anche tanto rimpianto per la vita e i sogni interrotti, ma la convinzione che così è impossibile andare avanti. Rosita ribadisce che i genitori non l'hanno mai capita, conosciuta, né accettata per quello che era e che la sua ultima volontà è quella di lasciare un segno. Ma dice anche che le dispiace lasciare la vita, che avrebbe voluto fare tante cose, andare all'estero, avere un ragazzo, rendere felice qualcuno. E poi che non ce la fa più a continuare a vivere in quel modo, come 'segregatà. Rosita sembra consapevole che i suoi messaggi potrebbero portare problemi, forse una denuncia, per i genitori. Ma forse solo così, lascia intendere, potranno capire le ragioni della sua decisione. Ragioni che la ragazza sembra comporre, filmandosi prima di uccidersi. Un gesto che ricorda la discussa serie tv statunitense '13 reasons why', dove un'adolescente registra in audiocassette i 13 motivi che l'hanno spinta al suicidio, rivolgendosi agli amici.
Come sottolineano i pm nell'atto di accusa, in questo caso i destinatari dei messaggi di Rosita sono invece i genitori e le forze dell'ordine.
Il Mattino