MILANO - Nei «computer, smartphone» e negli «ulteriori dispositivi elettronici sequestrati» nel corso delle perquisizioni dello scorso 17 febbraio a carico di 21 ragazze,...
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«Sono stati rinvenuti dati di rilievo investigativo la cui mole impone approfondimenti di non poco momento».
Lo scrivono il procuratore aggiunto di Milano Pietro Forno e i pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio nella richiesta di proroga delle indagini (i cui termini sono scaduti l'8 marzo scorso), notificata ai difensori dal gip Stefania Donadeo. I pm motivano la richiesta di proroga delle indagini a carico di 45 persone, tra cui l'ex premier Silvio Berlusconi, accusato di corruzione in atti giudiziari, i suoi storici legali Ghedini e Longo, circa una trentina di ragazze e la stessa Ruby, chiarendo che è «indispensabile, ai fini dell'accertamento della verità e nell'interesse della giustizia, la prosecuzione delle indagini medesime». E sottolineano la «doverosa attività di ricerca di ulteriori riscontri ai dati già emersi».
Secondo l'accusa, Berlusconi avrebbe comprato il silenzio delle ragazze ospiti alle serate ad Arcore e poi testimoni nei processi con bonifici, soldi in contanti, case e altre utilità anche fino a qualche settimana fa. L'inchiesta è iniziata nel gennaio del 2014 e, dopo le perquisizioni del 17 febbraio scorso, ha avuto un'accelerazione con l'audizione di molti testimoni e anche con l'avvio di una rogatoria in Messico per trovare elementi utili su alcune proprietà, tra cui un ristorante con annesso pastificio, riconducibili a Ruby e all'ex compagno Luca Risso.
Nella richiesta di proroga gli inquirenti spiegano che, «pur essendo state» già «compiute attività di rilievo, la complessità della vicenda processuale» e delle «indagini delegate volte alla ricerca ed al vaglio del materiale probatorio» rendono «indispensabile» andare avanti con l'inchiesta. Le perquisizioni, scrivono i pm, «hanno consentito di acquisire e sequestrare cose e beni», tra cui smartphone, tablet, pc e altro materiale informatico nel quale è stata trovata una «mole» di dati «di rilievo investigativo».
Servono, dunque, altri accertamenti con riscontri in corso caratterizzati da «eterogeneità» e «complessità». Da qui la richiesta di poter indagare per altri sei mesi, fino al prossimo autunno, anche se gli inquirenti puntano a chiudere le indagini nelle prossime settimane. Sull'istanza dovrà esprimersi il gip, ma intanto pm e investigatori della sezione pg possono proseguire negli accertamenti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino