Russia, in alcune regioni le famiglie ricevono «incentivi» per mandare i figli riservisti in guerra

Un effetto della «mobilitazione parziale»

Russia, in alcune regioni le famiglie ricevono «incentivi» per mandare i figli riservisti in guerra
In alcune regioni della Russia, tra cui la Repubblica di Tuva, le istituzioni locali hanno deciso di sostenere le famiglie dei giovani riservisti con degli...

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In alcune regioni della Russia, tra cui la Repubblica di Tuva, le istituzioni locali hanno deciso di sostenere le famiglie dei giovani riservisti con degli «incentivi».





21 settembre. Putin annuncia la «mobilitazione parziale».
Dalle regioni più remote del Paese russo partono tanti giovani, costretti a lasciare le proprie famiglie per la «Grande Russia». Un momento difficile per i russi e a cui Vladimir Putin sa porre rimedio fin da subito.

Le amministrazioni dei distretti comunali vengono istruite affinché forniscano un'assistenza prioritaria alle famiglie dei riservisti. In che modo? Distribuendo carbone, legna, pesce, patate, pecore vive e pelle di montone.
Quello che sembra un piccolo bottino in realtà è un messaggio chiaro e studiato.
Il Cremlino parla alla pancia del popolo russo, anzi, ai cittadini russi più poveri che hanno bisogno di stare al caldo e di nutrirsi. Così, le famiglie russe sono «incentivate» a mandare i propri figli in guerra. Anche in Russia l’economica ha un peso, forse più della vita – a volte.
L’effetto boomerang è però dietro l’angolo: spesso i riservisti feriti ritornano a casa e se decidono di non tornare a combattere vengono accusati dalla propria comunità di «aver tradito la patria». E anche trovare un nuovo impiego diventa un’impresa.


La distribuzione dei pani e dei pesci

Sono tante le iniziative da parte del Cremlino messe in atto  per sostenere le famiglie russe attraverso gli enti politici.
Il capo della regione di Tuva Vladislav Khovalyg ha creato un centro d’assistenza nella Repubblica di Tuva per distribuire cibo e carbone. Il ministero dell’Agricoltura e dell’Alimentazione russa ha inviato pecore vive e patate in dieci distretti di Tuva. Il ministro del dicastero citato, Serjiy Ondar, ha dichiarato che «i lavori sulla distribuzione del bestiame dovrebbero proseguono. Negli scorsi giorni è iniziata la consegna di farina, patate e cavoli ai centri comunali. Ulteriori trasporti di aiuti umanitari saranno forniti dalle autorità comunali».


Khovalyg ha sottolineato che i tipi di assistenza elencati sono solo lil primo step per i residenti: altri modi per sostenere le famiglie russe saranno presto presi in considerazione.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino