Disordini e scontri tra antagonisti e forze dell'ordine, con sei giovani fermati, 2 feriti (non gravi), e tanta tensione, hanno accompagnato i comizi di Matteo Salvini nelle...
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In 200 hanno sfilato per le strade della città della torre cercando di avvicinarsi alla piazza dove erano riuniti i leghisti. La polizia ha fatto una prima carica di alleggerimento per allontanarli. La risposta è stato un fitto lancio di pietre, bastoni e bottiglie di vetro dai manifestanti che si sono dispersi nelle strade laterali. Ben presto si sono ricompattati e hanno cercato di sfondare da altre parti usando come scudo i cassonetti per i rifiuti. Salvini ha parlato per una mezz'ora mentre tutto intorno continuavano gli scontri e il lancio di oggetti contro le forze dell'ordine. Al termine gli antagonisti hanno organizzato un presidio davanti alla questura chiedendo l'immediata «restituzione» dei sei manifestanti fermati.
«Neanche un secondo per commentare l'atteggiamento di questi violenti - ha detto il leader della Lega - che vogliono riportarci al passato. Preferisco parlare dell'Italia che vorrei e del fatto che quando ci sarà il governo Salvini poliziotti e carabinieri, oggi mal pagati e mal equipaggiati, non dovranno occuparsi di questi figli di papà». Di «fascismo rosso» parla Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato: «I soliti violenti dei centri sociali», ha aggiunto, «dimostrano che in questa campagna elettorale stiamo assistendo a una palese violazione dei principi cardini della nostra Costituzione». Per il governatore della Toscana Enrico Rossi, la violenza «non ha niente a che fare con l'antifascismo e con l'impegno democratico», mentre il vicesegretario del Pd toscano Antonio Mazzeo ricorda che «il Pd è e sarà sempre contro ogni forma di violenza e di provocazione. Quello di oggi è uno schiaffo a una città intera». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino