Basta con gazzarre ignobili, perfino in Aula al Senato. Il tema è molto importante, va trattato in modo molto serio». Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale...
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L'esponente dei Vescovi allarga il suo ragionamento criticando quella «politica di partiti» che negli ultimi tempi «spesso insegue l'antipolitica». «I problemi si risolvono solo con la buona politica, non seguendo chi grida di più. Il Papa - chiarisce pur senza far riferimento esplicito a nessuna forza politica - certamente non sta aiutando l'antipolitica». Ma la Lega non ci sta e con il capogruppo alla Camera Massimiliano Fedriga rincara la dose dicendo che «sono insopportabili le parole di alcuni alti prelati che tradiscono i valori della Chiesa». Chi oggi parla di Ius Soli, aggiunge, «ha avuto un silenzio assordante sui temi come fine vita e unioni civili» e questo «significa utilizzare la Chiesa di Cristo per fare politica di partito ed è intollerabile» se questo «viene perpetrato dalle più alte cariche ecclesiali». L'affondo però è di Matteo Salvini che invita a un «confronto pubblico» il segretario della Cei osservando che la Chiesa o «accoglie gratis rinunciando agli introiti sull'immigrazione» oppure Galantino si faccia «da parte, magari anche dimettendosi». Quindi si scaglia anche contro il Pd accusandolo di essere «l'unico partito veramente razzista presente in Parlamento» e si felicita per il fatto che il M5S abbia sposato i temi della Lega, pur continuando a negare di aver mai incontrato Luigi Di Maio o Davide Casaleggio «perché non c'è bisogno di vedersi per fare le stesse battaglie». Più sfumato il no allo ius soli del capogruppo azzurro al Senato, Paolo Romani, secondo il quale sulla cittadinanza bisogna evitare «gli slogan».
E, soprattutto, su un tema così delicato «è inaccettabile l'automatismo».
Il Mattino