Santo Stefano, la preghiera del Papa: «Proteggere i bimbi di tutto il mondo»

Santo Stefano, la preghiera del Papa: «Proteggere i bimbi di tutto il mondo»
Con la «preghiera e il pianto» per i cristiani che ancora oggi nel mondo vengono perseguitati in quanto cristiani, e che in numero maggiore di allora patiscono la...

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Con la «preghiera e il pianto» per i cristiani che ancora oggi nel mondo vengono perseguitati in quanto cristiani, e che in numero maggiore di allora patiscono la stessa «crudeltà» subita dai martiri dei primi secoli, papa Francesco, nell'Angelus di oggi ha suggellato il suo annuncio del Natale. Annuncio che si è centrato sui conflitti nel mondo e sul messaggio di pace che può giungere dai bambini e dai più fragili. Questa la riflessione che ha sviluppato dalla messa della notte del 24 all'Angelus di oggi, passando per il messaggio «Urbi et Orbi» indirizzato ieri dalla loggia di San Pietro e rilanciato in mondovisione.


Un altro tema proposto in questi giorni dal Pontefice è stato quello della mondanità: nella messa della notte l'ha condannata per aver «preso in ostaggio» anche il Natale mentre oggi ha ricordato che i cristiani sono odiati - proprio come Gesù - perché si oppongono allo spirito mondano, che genera il male.

A livello personale il Papa ha avuto anche momenti più privati, come la visita che venerdì sera ha fatto a papa Benedetto per portargli gli auguri di Natale, o il pranzo che ieri ha offerto ad alcuni sacerdoti che vivono a Roma.

L'Angelus nella ricorrenza di santo Stefano, primo a morire nel nome della fede, ha spinto papa Bergoglio a ricordare i martiri di oggi, in particolare gli iracheni che ieri hanno celebrato nella cattedrale distrutta. Al centro degli appuntamenti natalizi, il forte messaggio «Urbi et Orbi», (alla città e al mondo, ndr): l'annuncio del Natale, ha spiegato, «percorre tutta la terra e vuole raggiungere tutti i popoli, specialmente quelli feriti dalla guerra e da aspri conflitti e che sentono più forte il desiderio della pace». Per prima cosa papa Francesco ha quindi citato la Siria, con Aleppo, teatro di una delle «battaglie più atroci», ma nel messaggio ha evocato anche il terrorismo, con un ricordo particolare per chi «è stato ferito ha perso una persona cara a causa di efferati atti di terrorismo». Si è poi soffermato sulla situazione di diversi popoli, dalla Terrasanta a Myanmar, passando per Africa, Sud America, Ucraina e penisola coreana, e sempre chiedendo atti di pacificazione; e oltre ai conflitti, ha ricordato quanti soffrono povertà e esclusione, a tutti i livelli.

Non è mancato neppure lo sguardo sui migranti e sui bambini, già richiamati alla attenzione di tutti nella messa della notte di Natale. Il Natale, ha sottolineato papa Bergoglio, è l'annuncio della nascita di un bambino, e dobbiamo lasciarci interpellare sia dal bambino Gesù che da tutti i bambini, in particolare quelli in situazione di sofferenza, da quelli nei rifugi anti-bombe, abbandonati sui marciapiedi, stipati sui barconi dei migranti, da quelli con in mano armi e non giocattoli. Lasciarsi interpellare da loro, ha detto, ci evita l'«indifferenza» e ci mette al riparo dalla «mondanità» che ha snaturato il senso di questa festa.


Per gli appuntamenti natalizi del Papa sono rimaste le misure di sicurezza approntate per il giubileo appena concluso, con qualche accortezza in più nel posizionare le barriere, dopo il camion lanciato a velocità nel mercatino di Natale a Berlino. Il giorno di Natale sono stati stimati 40.000 presenti al messaggio papale. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino