Una pila di carte da parte di più autorità che hanno indagato sulle imbarcazioni delle organizzazioni non governative nel Mediterraneo. Smentita dal Copasir...
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Prove che confermerebbero l'esistenza di rapporti quantomeno opachi tra alcuni membri delle Ong e i trafficanti di uomini, forse non sufficienti da soli ad imbastire un processo come avrebbe intenzione di fare il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro. Ma non per questo privi di importanza. I tabulati sono tuttavia inefficaci per conoscere il reale contenuto delle conversazioni, mentre la disattivazione di «trasponder» non prova di per sè un'azione criminale, potendo attribuirsi a molteplici ragioni, tra cui anche un guasto tecnico.
L'unica «prova regina» potrebbe essere rappresentata dalle intercettazioni vere e proprie. Ascolti effettuati dagli uomini al servizio di forze di intelligence straniere e che quindi non possono essere utilizzati dalla magistratura italiana. In un nastro fornito da 007 non italiani è stato rintracciato un dialogo piuttosto eloquente, uno scafista che chiede ad un operatore delle Ong: «Il tempo è brutto. Possiamo mandarli lo stesso?».
Un dialogo che prima è stato trasmesso a Frontex, l'agenzia che pattuglia le frontiere europee e che poi la stessa organizzazione della Ue ha inoltrato al procuratore di Catania che però secondo la legge 124 sull'intelligence - non può utilizzare. Documenti che comunque comproverebbero singoli casi, ma sulla reale portata del fenomeno e su quanto sia realmente ampio il giro dei presunti intrecci tra scafisti e Ong tutto resta ancora da dimostrare.
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Il Mattino