Settantasei vero l'Ucraina, gli altri verso le due autoproclamate repubbliche: 61 verso Donetsk e 63 verso Luganesk. Così al checkpoint di Mayorske, a una decina di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Nel settembre scorso Kiev e Mosca avevano già peraltro effettuato lo scambio di 70 detenuti. Tra loro c'era anche il regista ucraino Oleg Sentsov e 24 marinai ucraini catturati dalla Russia al largo della Crimea, nel novembre 2018, nonché una cosiddetta «persona di interesse» ritenuta in qualche modo coinvolta nell'abbattimento dell'aereo della Malaysia Airlines il 17 luglio 2014, in cui morirono 298 civili.
Per l'Ucraina in particolare, lo scambio è stato però costellato di polemiche, perché la lista dei prigionieri da liberare includeva anche numerosi agenti della polizia antisommossa Berkut coinvolti nella violenta repressione delle manifestazioni del 2014 a Kiev, in cui furono uccise oltre cento persone. In una lettera aperta al presidente Zelensky, le famiglie delle vittime di quei giorni hanno ammonito che la liberazione di quegli agenti solleverà «un'ondata di proteste». Secondo l'agenzia filo ribelli Luhansk Information Centre, citata da Bbc News online, inoltre, nove persone hanno deciso di rimanere in Ucraina dopo aver rifiutato di far parte dello scambio.
Tuttavia, in ogni caso l'accordo sui prigionieri rappresenta un significativo passo in avanti, frutto del vertice di inizio dicembre a Parigi nel cosiddetto Formato Normandia, ovvero i presidenti russo Vladimir Putin e ucraino Zelensky (in un primo faccia a faccia) con il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Un incontro dei quattro leader a lungo atteso per tentare di ridare vita agli accordi di Minsk del 2015, che prevedevano tra l'altro il ritiro delle armi pesanti, il ritorno del controllo di Kiev sulle frontiere ucraine, una maggiore autonomia per Donetsk e Lugansk e lo svolgimento di elezioni locali.
Il Mattino