MADRID - A ribellarsi per primi sono stati i viticultori francesi, trasformati in giustizieri, con azioni eclatanti contro aziende di importazione all’ingrosso di vino...
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Era già accaduto con l’olio d’oliva made in Spain, per decenni importato e imbottigliato in Italia e venduto come italico. Ma il maquillage, secondo la legislazione francese, può costare ora ai frodatori condanne fino a 2 anni di carcere e sanzioni fino a 300mila euro. Anche se il problema non è nuovo. All’origine dell’ultimo scandalo, i cattivi raccolti in Francia nel 2015, che portarono alcuni proprietari di aziende enologhe a importare vino dalla Spagna, il secondo produttore del pianeta. Ma, poi, quando la produzione locale è stata recuperata, sono cominciati i problemi e le accuse di concorrenza sleale. Il governo di Madrid rivendica la legalità dell’expo del vino rosé nell’ambito della regolazione europea. E i produttori, pur riconoscendo che le condizioni lavorative in Spagna consentono costi ridotti, evidenziano che non per essere più economico il rosé spagnolo è di qualità inferiore a quello francese. Anche se adesso la Grande Truffa è stata messa a nudo... Leggi l'articolo completo su
Il Mattino