Scotti: io Dc, ma con Pannella pronto a dialogare sempre

Scotti: io Dc, ma con Pannella pronto a dialogare sempre
Fu sindaco di Napoli per la Democrazia cristiana dall'aprile all'agosto del 1984. Enzo Scotti, alla guida del Comune partenopeo per cento giorni nei due anni in cui Marco...

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Fu sindaco di Napoli per la Democrazia cristiana dall'aprile all'agosto del 1984. Enzo Scotti, alla guida del Comune partenopeo per cento giorni nei due anni in cui Marco Pannella fu consigliere comunale alla Sala dei Baroni del Maschio Angioino allora sede dell'assemblea.


Enzo Scotti, cosa ricorda di quel periodo?
«Innanzitutto, i giorni serrati della campagna elettorale che seguiva gli otto anni di guida del centrosinistra a Napoli. Con Marco Pannella eravamo su posizioni diverse, ma io mi sono sempre battuto perché a lui fosse dato spazio adeguato nelle tribune elettorali che si tenevano nelle varie televisioni locali».

Ci fu poi condivisione nella battaglia sulla costituzione dell'area metropolitana, è vero?
«Sì, Marco fu fautore di questo progetto allora troppo in avanti, che già 32 anni fa voleva sostituire le Province in aree territoriali omogenee. I radicali non avevano rappresentanza romana, quindi non avrebbero potuto votare una legge che contenesse questa proposta, ma pensavano di far passare l'idea partendo da Napoli».

Quando era sindaco, dialogava con quell'unico consigliere comunale radicale?
«Certo. Avevamo un dialogo politico straordinario, risultato di un ottimo rapporto personale. Pannella visse un periodo di grande passione per Napoli, specie sull'idea di area metropolitana che purtroppo non andò avanti. Si espresse a favore della mia amministrazione, subordinando il tutto ad una legge da approvare in Parlamento».

Sui singoli provvedimenti, invece, quale fu il suo atteggiamento?
«Non aveva preclusioni ideologiche. Decideva caso per caso. Era molto critico con il Pci e le passate gestioni di quel partito, che considerava consociative».

Era un Consiglio comunale con tanti parlamentari, molto interesse per Napoli?
«Vero, c'erano molti esponenti di vertici di diversi partiti. Come Galasso, o Almirante, o Di Donato. Su Napoli, c'era un'attenzione particolare o forse la città esprimeva allora tanti esponenti che facevano parte del gruppo dirigente in vari partiti».


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