Scuola, ipotesi rinvio nel Lazio: i sindaci potranno scegliere di non riaprire il 14

Scuola, ipotesi rinvio nel Lazio: i sindaci potranno scegliere di non riaprire il 14
Spunta l'ipotesi di una deroga alla riapertura delle scuole il 14 per i Comuni del Lazio, anche se il governo assicura che la road map della ripresa è confermata. Tanto...

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Spunta l'ipotesi di una deroga alla riapertura delle scuole il 14 per i Comuni del Lazio, anche se il governo assicura che la road map della ripresa è confermata. Tanto che oggi confermerà il programma lo stesso Giuseppe Conte, che ha indetto una conferenza stampa insieme con i ministri Azzolina, Speranza e Boccia. «È giusto riportare tutti in classe - ha dichiarato la responsabile dell'Istruzione - Il governo sta recuperando un ritardo di circa 20 anni causato da chi ha gestito la scuola precedentemente. Ma ora bisogna riaprire per restituire normalità a famiglie e speranza al paese. Anche se, va detto, non esiste il rischio zero». 


I problemi si risolveranno un po' per volta. A cominciare dai banchi singoli, la cui distribuzione viene annunciata dalla ministra entro la fine di ottobre. «Ne arriveranno 2,4 milioni. E poi, durante l'anno, saranno fatti test a campione anche agli studenti, per provare a ridurre il più possibile il rischio. I test sierologici al personale scolastico ci sono, li stanno facendo in tanti».

Sarà probabilmente un prelievo di sangue, come da lei indicato, anche se il Comitato tecnico scientifico che ha nominato, le avrebbe suggerito in un documento inviato a luglio al governo, i test salivari, perché meno invasivi.

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Queste, almeno, le intenzioni, nonostante da più parti le resistenze riguardo alla riapertura di lunedì, siano forti. Tanto che la Regione Campania ha deciso di muoversi autonomamente e di rinviare a dopo le elezioni, mentre la Regione Lazio ha ufficializzato la data del 14 - e su questo nessuno dubitava. Però ha lasciato un ampio margine di apertura ai sindaci, nel caso in cui qualche scuola non ce la facesse proprio con i tempi. Ieri, durante una riunione che si è svolta tra addetti ai lavori - dal vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori, al presidente di Anci Lazio, Riccardo Varone - tutti i temi caldi sono stati messi sul tavolo da un centinaio di sindaci: defezioni fra gli insegnanti, problemi legati alla doppia sanificazione richiesta per la riapertura prima e dopo le elezioni, mancanza di mascherine, incognita banchi singoli e trasporti. Una lunga serie di questioni che hanno fatto concludere ai Comuni che la data del 24 settembre sarebbe stata la migliore. Ma la Regione Lazio ha ribadito che non era possibile, anche se - ha aggiunto - i sindaci, insieme alle istituzioni scolastiche locali, potranno ricorrere allo strumento dell'ordinanza in caso di gravi difficoltà, posponendo così l'inizio dell'anno scolastico. 
 
I fondi, intanto, saranno garantiti, e su questo anche i sindaci lo confermano. A cominciare da un migliaio di euro circa che verrà dato per le doppie sanificazioni: due spetteranno al Governo, le altre due ai Comuni. È stato suggerito, poi, di posporre l'inizio del servizio mensa per avere maggiore controllo e contezza delle difficoltà. «La scuola è il vero banco di prova di questa emergenza legata al Covid - ha sottolineato Cristina Giachi, vice sindaco di Firenze, delegata alla scuola per l'Anci - L'anello debole è la situazione pregressa. Aspettiamo anche i finanziamenti per le tensostrutture e le strutture modulari nei casi di mancanze di aule. Saranno circa 7 milioni, ma ancora non c'è l'elenco. Questa prima settimana sarà un test importante». Riccardo Varone, presidente dell'Anci Lazio, ha inviato i colleghi «a usare lo strumento dell'ordinanza per posporre l'avvio dell'anno scolastico, solo in casi di effettiva necessità. «Una valanga di provvedimenti in questo senso - ha spiegato - provocherebbe una serie di criticità in tutti i territori della regione, soprattutto in quei comuni che hanno al loro interno plessi scolastici che servono anche i comuni limitrofi».


Nel frattempo, le scuole che hanno già riaperto cominciano a fare i conti con i contagi: un sospetto alla materna Sacra Famiglia di Cremona, ha fatto finire in isolamento, in attesa del responso definitivo del tampone, 23 bambini, una maestra e una collaboratrice scolastica. E altrettanto è successo a un'educatrice del nido comunale di Montebelluna (Treviso), risultata anche lei positiva. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino