Sindacati della scuola sul piede di guerra: «Sulla riapertura ancora troppe incertezze e ritardi». La Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda...
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Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams, ricordano che «già dalla scorsa primavera, hanno individuato priorità e necessità per la ripartenza, indicato soluzioni e sollecitato investimenti in termini di organici, di spazi, di servizi connessi al diritto allo studio quali, per esempio, i trasporti e le mense, ritenendo prioritario l'investimento sulle risorse professionali di cui la scuola ha soprattutto bisogno. Mobilitazione e proposta, dallo sciopero dell'8 giugno alla partecipazione alla stesura dei protocolli di sicurezza, hanno caratterizzato l'azione sindacale unitaria di questi mesi; a ciò non è corrisposto analogo impegno e assunzione di responsabilità da parte del governo e del Ministero dell'istruzione».
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«Ma il Paese - affermano - non può permettersi di ripartire con un'offerta formativa al ribasso, a causa dei ritardi e dell'insufficienza delle risorse. Serve un'inversione di rotta nelle politiche pubbliche, da orientare con decisione a sostegno dello sviluppo attraverso scelte mirate di forte investimento nei settori strategici, a partire dall'istruzione e formazione, fattori indispensabili per il rafforzamento del tessuto democratico e la ripresa del Paese. La crisi determinata dalla pandemia rende ancor più indispensabile un radicale cambio di paradigma sociale-economico-politico, che la conoscenza ha il compito di orientare nella direzione di una cittadinanza attiva, intesa come capacità di prendere parte ai processi di trasformazione, avendo come fondamento d'azione i valori della democrazia, della sostenibilità ecologica, della pace».
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A giudizio dei sindacati, «servono provvedimenti urgenti per garantire da subito a tutte e a tutti il diritto all'istruzione, al lavoro, alla salute e, accanto a questo, investimenti per riqualificare il sistema pubblico di istruzione, per innalzare i livelli di conoscenza, rafforzando ed estendendo il diritto allistruzione e alla formazione; è il momento di fare scelte coraggiose per combattere disuguaglianze, dispersione, precarietà, destinando parte consistente dei fondi 'Next Generation Uè, cosiddetto Recovery fund, ai luoghi dove le 'prossime generazionì dovranno crescere e formarsi». «La piazza del 26 settembre ci vedrà insieme alle lavoratrici e ai lavoratori, con gli studenti, le famiglie, i cittadini, per affermare e difendere la nostra idea di scuola, organo costituzionale e pilastro della democrazia, sulla cui valorizzazione si giocano la credibilità e il futuro dell'intero Paese», concludono Francesco Sinopoli (Cgil), Maddalena Gissi (Cisl), Pino Turi (Uil), Elvira Serafini (Snals) e Rino di Meglio (Gilda).
Il Mattino