Il governo è fiducioso: l'accordo sul trasporto pubblico locale si troverà e le scuole potranno riaprire il 14 settembre. Tra i governatori c'è chi,...
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Nelle Regioni sta prendendo però forza anche la posizione in base alla quale, in questa situazione, il 14 settembre non parte l'anno scolastico. Già Sardegna e Puglia avevano deciso di far cominciare le lezioni dopo una settimana. Vincenzo De Luca, governatore della Campania, ha detto «che in queste condizioni è impossibile aprire le scuole il 14». Ora anche Marco Marsilio, governatore dell'Abruzzo, dice che è pronto a fare slittare di una settimana la prima campanella: «Mi pare evidente che non ci sia nulla di pronto, a me arrivano richieste, da parte di tutti i sindaci, anche di centrosinistra, di prendere tempo. Non vedo cosa ci sarebbe di scandaloso: c'è comunque l'appuntamento elettorale, che senso ha aprire in fretta e furia, per poi richiudere?».
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Cosa manca a un accordo sulla ripartenza del trasporto pubblico locale? Il Cts l'altro giorno ha fatto alcune concessioni: sul metro di distanza da garantire sui mezzi non è arretrato, ma ha proposto di installare dei separatori tra i sedili in materiale morbido in modo da ridurre i rischi di contagio. In ogni caso il governo pensa di poter arrivare a un tasso di riempimento dell'80 per cento di bus e metro.
La ministra delle Infrastrutture, Paola De Micheli, che conferma i passi avanti nella trattativa e l'obiettivo dell'80% («abbiamo un tasso di pericolosità del Covid ancora sotto controllo»), per rendere più elastiche le norme del Cts ha ipotizzato di considerare «congiunti» i compagni di classe, mentre per i tragitti inferiori a una durata di 15 minuti ha proposto di accettare il viaggio a piena capienza. Ma l'obbligo della mascherina sui mezzi dovrà essere fatto rispettare in modo rigoroso. Morale: si arriverà a compromesso sull'80 per cento, appunto, come tasso di riempimento di bus, metro e treni. Tanto più che il governo è pronto a soddisfare la richiesta dei Comuni di 200 milioni aggiuntivi per potenziare il trasporto pubblico locale.
Mentre è ancora aperta la trattativa sui trasporti, si è chiusa positivamente quella sul protocollo unico nazionale per gestire, in base alle indicazioni dell'Istituto superiore della sanità (Iss), gli eventuali contagi nelle scuole. La conferenza unificata Stato-Regioni convocata dal ministro Francesco Boccia e a cui hanno partecipato Lucia Azzolina (Scuola), Roberto Speranza (Salute) e vari governatori guidati dal presidente Bonaccini, ha approvato «all'unanimità» il documento dell'Iss. Con una raccomandazione: fare in modo che ogni scuola definisca come attivare la didattica a distanza (per classe o per struttura scolastica), in caso di un focolaio che ne imponga la realizzazione.
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Boccia ha commentato soddisfatto l'accordo: «La scuola partirà in sicurezza e la sicurezza sanitaria negli istituti scolastici era una priorità assoluta per il Paese. Con il lavoro congiunto, la massima e leale collaborazione tra il governo, le Regioni e gli Enti locali, oggi abbiamo ottenuto un grande risultato». Segue appello affinché scattino immediatamente i tamponi quando, a lezioni iniziate, vi fosse qualche caso sospetto di Covid-19 tra gli alunni: «Sicurezza significa interventi immediati delle Asl, dei medici, degli infermieri. E soprattutto tamponi per tutti coloro che ruoteranno attorno al contagiato: docenti, compagni, familiari. Questo perché, appunto, dobbiamo garantire nelle scuole il massimo della sicurezza. Quando c'è un contagio si interviene immediatamente. Il governo è pronto a uno sforzo immane».
In arrivo anche 80mila nuovi docenti a tempo indeterminato: il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha firmato ieri il decreto.
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Il Mattino