Il doposcuola potrebbe essere la soluzione in mano agli istituti per andare incontro alle famiglie che, con le nuove disposizioni anti-Covid, si potrebbero ritrovare in...
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Non solo: le scuole possono anche decidere di far lezione il sabato, comprese quelle in cui solitamente si va solo fino al venerdì. In questo modo le lezioni verrebbero diluite su 6 giorni e quindi il tempo pieno, pur mantenendo le 40 ore settimanali, finirebbe ogni giorno alle 15 se non addirittura prima.
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Per la didattica non cambierebbe nulla ma per le famiglie sì. Soprattutto per le necessità lavorative dei genitori. Chi andrebbe a prendere i ragazzi a scuola due ore prima? Non tutti possono coinvolgere i nonni, soprattutto se si teme di metterne a rischio la salute. Proprio per evitare che il Covid possa riprendere vigore, lo scaglionamento è previsto nell’ottica di un lavoro in collaborazione con il trasporto pubblico: non sarà possibile creare la vecchia “ora di punta” in cui tutti si mettono in moto per raggiungere la scuola o il posto di lavoro. Da lì la possibilità per le scuole di anticipare l’orario e quindi anche l’uscita. In questo modo però buona parte del pomeriggio resterebbe “scoperto”. Per garantire la permanenza a scuola fino alle 16,30 si potrebbe avviare un dopo scuola gratuito per gli alunni che ne hanno bisogno.
«Le scuole possono sostenere le famiglie organizzando il dopo scuola – spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi – ci sono scuole che da tempo hanno adottato questo servizio ma è a pagamento. Per aiutare i genitori in difficoltà si potrebbe pensare a un servizio gratuito per chi ne farà richiesta: serve la copertura finanziaria tramite fondi destinati all’offerta formativa». Una sorta di bonus per le famiglie, come già fatto per i centri estivi o le baby sitter.
«Ogni famiglia ha esigenze diverse così come ogni singola scuola deve trovare soluzioni ad hoc – continua Giannelli - ritengo comunque che non si debba andare oltre i tre quarti d’ora di differenza tra la prima e l’ultima classe che entra. Proprio per evitare disagi nell’organizzazione scolastica e famigliare”.
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La rivoluzione degli orari scolastici deve essere comunque condivisa dal Consiglio di istituto: «Gli orari vengono modificati solo se c’è una valida motivazione, legata anche alle criticità del trasporto pubblico – spiega Mario Rusconi, Anp Lazio – bisogna creare meno problemi possibili alle famiglie». Il nodo dei trasporti, soprattutto quelli pubblici, non è ancora stato sciolto: «Sugli spazi ci siamo, sui trasporti invece resta ancora qualche criticità – ha sottolineato ieri la ministra all’istruzione Lucia Azzolina - ma penso che la ministra De Micheli stia facendo un buon lavoro, quindi si darà una risposta anche per i trasporti». Non solo orari, la sicurezza in classe passa anche dall’uso della mascherina e dal distanziamento tra i banchi: «Sull’obbligo della mascherina – ha continuato la ministra - è il Cts del ministero della Salute che deciderà a fine agosto. Le polemiche sul costo dei banchi? I banchi singoli consentono il recupero degli spazi: non sono uno spreco ma un investimento».
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Il Mattino