La scuola italiana ai tempi del coronavirus mostra tutta la sua fragilità ma anche grande spirito organizzativo. Le dirigenti scolastiche si stanno dando da fare per...
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#LaScuolaNonSiFerma è poi l'hashtag lanciato dal ministero che attraverso i canali social mette in evidenza le esperienze delle scuole messe in atto in questa emergenza. Tra le storie raccontate quella dell'Istituto Tecnico Tecnologico Giordani-Striano di Napoli che si è adoperato subito per fornire agli allievi più bisognosi pc in comodato d'uso gratuito, permettendo così a tutti di non perdere nemmeno un giorno di lezione. Dall'Istituto tecnico per geometri Della Porta-Porzio invece arriva l'appassionante testimonianza di un docente, Alberto Cucinella, che ha tracciato la storia della didattica a distanza partendo da «Non è mai troppo tardi» di Alberto Manzi che alfabetizzò migliaia di italiani, passando per il progetto Rai Sat Nettuno e i corsi universitari a distanza fino alle classi virtuali e il collegio dei docenti in videoconferenza di oggi.
Non mancano le polemiche. Salvatore Pace, dirigente del liceo Pansini, ha voluto sottolineare in una nota che «il lavoro fatto, e che faranno i professori, è del tutto volontario in quanto, a prescindere da quello che dice il Ministero, o la stampa, allo stato attuale il lavoro agile non è riconosciuto dalla legge per i docenti». In molti licei cittadini c'è anche ci ha preferito non usare la video lezione ma continuare a usare Classroom, Argo ScuolaNext o perfino podcast. Tra questi, gran parte dei docenti del liceo Umberto I, infatti, esprimono la loro perplessità sulla didattica a distanza attraverso videolezioni da casa. Parlano di imposizione massiva nell'utilizzo di piattaforme e violazione della privacy, chiarendo così l'uso del registro elettronico come mezzo divulgativo. La dirigente del liceo Alberti Silvia Parigi invece ha stabilito una didattica a distanza con finestre orarie, per garantire la stabilità della connessione e non accavallare diverse discipline, raccomandandosi che venga stabilito un «contatto visivo, seppure limitato, con gli studenti» durante le videolezioni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino