Per non dimenticare mai. Un ulivo in memoria di insegnanti e studenti vittime delle persecuzioni razziali. E’ quello piantato stamane nel giardino del Liceo classico...
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"L'idea di questa iniziativa è nata un anno fa - ha dichiarato Francesco Maria Talò - quando da ex studente del Giulio Cesare partecipai alla celebrazione degli 80 anni della scuola e vidi una targa in memoria di due alunni espulsi a seguito delle legge razziali, per questo proposi di piantare un albero in memoria dei fratelli Finzi". È poi intervenuto Naor Gilon, sostenendo che "l'albero rappresenta i valori con cui i figli di Israele devono crescere e la memoria è una parte fondante di questi valori. Come ha detto Papa Francesco, il passato ci deve servire da lezione per il presente e il futuro". Durante l'incontro ha preso la parola anche Mario Finzi, parente dei due ragazzi deportati nel liceo, seguito da Emma Marino, espulsa dalla scuola elementare di San Lorenzo a causa delle legge razziali nel 1938, che ha raccontato la sua esperienza: "Sulla mia pagella c'era scritto 'razza ebraica', nella mia scuola - dopo la mia espulsione - c'era scritto che ero assente per malattia e non ero mai tornata".
La cerimonia è stata chiusa dall'intervento del ministro Giannini che si è chiesta se "serve a qualcosa l'esercizio costante di riflessione e recupero di quel tragico momento? Credo fermamente di sì - ha risposto - e lo vediamo anche con la piantumazione di oggi: piantare un albero è anche un atto di amore fraterno che invoca una attesa di pace, libertà e giustizia che la nostra cultura ha consolidato nei secoli e che è stata ferita dalla Shoah". La cerimonia di oggi, ha aggiunto, è una cosa che "facciamo qua oggi e lo facciamo in tutta la scuola italiana, da tempo, intensificando di anno in anno il nostro impegno con un lavoro che si fa in maniera silente tutto l'anno e che ha un momento simbolico come questo, perché anche gli atti simbolici e i riti hanno un valore". Leggi l'articolo completo su
Il Mattino