Lanciano, Giuseppe esce dal coma dopo il pestaggio e dice: «Adesso voglio diventare papà»

Giuseppe esce dal coma dopo il pestaggio e dice: «Adesso voglio diventare papà»
Presto la verità di Giuseppe Pio d’ Astolfo, 18 anni, sulla brutale aggressione subita lo scorso 17 ottobre nell’ex stazione Sangritana di Lanciano. Una movida...

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Presto la verità di Giuseppe Pio d’ Astolfo, 18 anni, sulla brutale aggressione subita lo scorso 17 ottobre nell’ex stazione Sangritana di Lanciano. Una movida di giovani culminata con un micidiale pugno alla tempia sinistra del ragazzo finito in coma all’ospedale di Pescara e da qui al centro di riabilitazione di Porto Potenza Picena. «Sto molto meglio e non vedo l’ora di tornare a casa e riabbracciare mamma e papà» - conferma Pio che si riprende anche disegnando.

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«Quella sera ero alla stazione di Lanciano ed è venuto questo ragazzo mentre stavo sentendo musica e lui mi ha detto abbassala e abbassa la cresta – racconta Giuseppe Pio - Io pelato, ho detto i capelli non li ho e la cresta non la posso abbassare. Ora sto molto meglio e ricordo di essere uscito per divertirmi, sentire musica e stare con gli amici». Nella concitazione partita Giuseppe Pio, l’amico Anthony e la sua fidanzata sono stati affrontati da 5 ragazzi. Dopo una prima discussione parte un pugno contro Anthony e Giuseppe cerca di sedare la rissa. Non ha nessuna voglia di litigare, poi si volta di spalle per mettere a posto lo zaino e tornare a casa. A quel punto un minore lo avvicina e lo colpiste alla tempia.

 

«Mi ha preso da dietro non ho visto il colpevole – aggiunge Giuseppe Pio - Ricordo di essere stato accompagnato a casa, poi messo a letto non riuscivo a dormire. Mi sono toccato la testa e a quel punto ho visto che mi usciva il sangue. Ero tornato a casa con la testa spaccata». Successivamente finisce in coma. «Quello ho passato non lo augurerei al peggior nemico – dice Giuseppe Pio. Purtroppo mi sono bloccato col lavoro e con la vicinanza della famiglia. Sto in riabilitazione e non facile quello che sto passando. Ma sono indistruttibile, anche se hanno cercato buttarmi giù, ma mi sto rialzando molto velocemente e sono molto contento di quello che sto facendo. Brutti i primi momenti lontano da casa, senza telefono e contatti col mondo esterno. Appena torno – aggiunge -la prima cosa da fare è riabbracciare mamma e papà, ma desidero anche trovare una ragazza per farmi una famiglia, voglio essere padre. E poi voglio dare tempo e spazio a chi mi sta cercando e ha combattuto per me, anche mia sorella, e tutti quelli che mi hanno guardato nel momento del bisogno. Mamma è stata grandissima nel combattere con i medici per vedermi per 10 minuti a Pescara, venendo tutti giorni da Lanciano». I D’Astolfo sono patrocinati dall’avvocato Nicodemo Gentile. Per la salute del figlio è contenta mamma Paola che dice: «Giuseppe sta riprendendo le attività motorie, mangiare, camminare e parlare, anche se l’aggressione gli ha causato problemi cognitivi e comportamentali. Credo ancora nella giustizia».

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Il Mattino