Si uccide a 65 anni nel giorno della laurea del figlio, due giorni fa scriveva su Fb: «È fatta»

Doveva essere un giorno di festa, invece, l’inerzia di una vita metodica ha cambiato la luce negli occhi dei protagonisti. Il papà ha deciso di togliersi la vita nel...

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Doveva essere un giorno di festa, invece, l’inerzia di una vita metodica ha cambiato la luce negli occhi dei protagonisti. Il papà ha deciso di togliersi la vita nel giorno della festa di laurea di suo figlio. Un gesto estremo, inspiegabile, senza punti d’intesa nei pensieri di chi vorrebbe trovare delle risposte. Il tempo si è fermato, non si può tornare indietro. Gennaro Indigeno, 65 anni, tra pochi mesi sarebbe andato in pensione dopo una vita dedicata al lavoro. Pare che abbia lasciato un biglietto all’interno della sua auto, dove, nero su bianco, c’è la traccia del suo non ritorno. Poi è entrato in un capannone, in via Tombe, una stradina secondaria che divide i comuni di Isola e Sora, di proprietà del suo datore di lavoro. Lo ha fatto nella notte tra mercoledì e giovedì, non è tornato a casa.


Preoccupati i suoi familiari hanno iniziato le ricerche e si è attivata una pattuglia del commissariato di Polizia di Sora, che ha trovato prima la sua auto nel piazzale alle spalle del punto vendita, poi una volta nel capannone la scoperta del corpo senza vita del ragioniere isolano.

ERA NATO AD ISOLA LIRI
Gennaro Indigeno, nato ad Isola del Liri, abitava con la sua famiglia nella contrada di Vuotti nel comune di Arpino in una casetta a due piani costruita con i sacrifici di una vita. Persona squisita, sempre con il sorriso stampato e pronto alla battuta ironica, intelligente e mai banale. Si era diplomato ragioniere al Cesare Baronio di Sora e pochi mesi dopo aveva trovato lavoro presso una ditta di ceramiche a Piedimonte San Germano. Un’esperienza che lo aveva introdotto nel mondo lavorativo e dove era rimasto per qualche anno. Si riavvicinò a casa sul finire degli anni ’80, entrò come amministrativo presso la concessionaria Autogema di via Napoli a Isola del Liri, dove rimase fino alla sua chiusura avvenuta a metà degli anni ’90.
Passò alle dipendenze della Toyota a Frosinone, anche qui l’esperienza dopo quasi 15 anni finì con la chiusura del concessionario, ma Gennaro ormai aveva un nome ed una garanzia nel settore amministrativo delle auto e non ci mise molto per essere ricollocato in una rivendita di auto usate a Sora, dove sino a ieri ha svolto magistralmente il suo lavoro.

LA FRASE SU FACEBOOK
Il 23 luglio, appena due giorni fa , scriveva su facebook : «E’ fatta». Allora qualcuno ha chiesto : «Ma vai in pensione?» lui ha riposto : «No la laurea di Matteo mio figlio … per la pensione faremo fuochi d’artificio».
Due giorni dopo, però, Gennaro ha deciso di cambiare il finale alla sua romantica storia di papà affettuoso e di marito ineccepibile.

Sul posto gli agenti del commissariato di Sora che hanno effettuato tutti i rilievi di rito e trasferito la salma secondo la disposizione del magistrato di turno che ne ha disposto il trasferimento presso la camera mortuaria del cimitero di Sora. La notizia ha sconvolto tre comuni, perchè, Gennaro lo conoscevano tutti a Sora, Isola del Liri ed Arpino. Impossibile non aver scambiato con lui una battuta prima di ritirare l’auto nuova. Era lui il garante delle chiavi e del libretto di circolazione. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino